“Lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale, attraverso il percorso individuato come “Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero”, è l’occasione per far compiere a tutta la piccola e media impresa e nello specifico a quella che opera nel comparto artigiano un deciso salto di qualità”. Lo sostiene la vice presidente nazionale di Confartigianato (con delega al Mezzogiorno) Rosa Gentile , citando alcuni dati significativi: il 95% di Pmi utilizza internet come strumento di lavoro; una micro impresa su quattro (il 26,2%) e più di quattro imprese su dieci sopra i venti addetti (il 44,4%) utilizzano, inoltre, strumenti di fabbricazione digitale.
Nel sottolineare che “le tecnologie informatiche e digitali al Sud sono una marcia in più per superare il gap della competitività con il resto del Paese e dell’Europa” Gentile afferma che “il sistema delle micro-piccole-medie imprese artigiane già da tempo, con molti casi virtuosi in regioni meridionali, ha messo insieme i propri processi produttivi con il mondo dei makers, accostando tecnologie digitali e saper fare artigiano e producendo risultati di grande rilievo. Sono otto le aree di intervento individuate per spingere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale: rilanciare gli investimenti industriali con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione; favorire la crescita dimensionale delle imprese; favorire la nuova imprenditorialità innovativa; definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo; garantire la sicurezza delle reti (cybersecurity) e la tutela della privacy; assicurare adeguate infrastrutture di rete; diffondere le competenze per Industry 4.0; canalizzare le risorse finanziare. Su quest’ultimo punto il fabbisogno di investimenti stimato per i prossimi 10-15 anni per l’Italia è di 8-10 miliardi di euro.
Il modello da applicare in Italia, sottolinea Confartigianato, deve essere aderente alla biodiversità produttiva del nostro Paese in cui prevalgono gli artigiani e le micro e piccole imprese. Quello italiano è un sistema imprenditoriale unico al mondo, in cui il 99,4% delle imprese sono micro e piccole, con meno di 50 addetti, estremamente articolato, ricco di antica tradizione produttiva, ma al tempo stesso fortemente pervaso di creatività e di spinta alla continua innovazione.
Una condizione essenziale – commenta Gentile – è l’introduzione di agevolazioni fiscali sulle spese relative agli investimenti in tecnologie, strumenti per migliorare una o più fasi del processo produttivo, formazione e costituire un fondo pubblico-privato (che coinvolga anche istituzioni locali, scuole, università, centri di ricerca) per favorire la contaminazione digitale della manifattura e l’innovazione prima di tutto attraverso investimenti in macchinari all’avanguardia.
A giudizio di Confartigianato, la via italiana alla manifattura digitale passa dall’investimento sulle competenze e sulla riqualificazione del capitale umano non come problema ma come opportunità; dal riconoscimento, anche in termini di politiche pubbliche, dell’innovazione basata sulla sperimentazione creativa e l’innovazione incrementale; dal sostegno ai processi di innovazione aperta e non gerarchica e di produzione collaborativa; dallo sviluppo di strumenti per l’intermediazione intelligente fra saper fare e innovazione, ossia fra artigiani nuovi e tradizionali e portatori di nuove soluzioni e di nuove visioni. La rivoluzione industriale 4.0 perciò deve esaltare i punti di forza e la complessità espressa da artigiani e piccole imprese e non ridursi all’applicazione indiscriminata di standard definiti altrove e per sistemi produttivi completamente diversi da quelli italiani”.
Mar 03