È stato presentato oggi a Matera, con la collaborazione di Confindustria Basilicata, l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo “Progettare il futuro”, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla ‘quarta rivoluzione industriale’.
La partnership, che mette a disposizione un plafond nazionale di 90 miliardi di euro, dei quali 10 miliardi destinati alle aziende di questo territorio, viene presentata dentro i luoghi deputati ad accogliere e far proprie le finalità dell’accordo: le imprese. Alla presentazione nella sede della Bawer S.p.A., realtà leader nel settore della produzione e commercializzazione di componenti ed accessori in acciaio e che ha già adottato soluzioni in ottica Industria 4.0, hanno partecipato Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria, Lorenzo Pagliuca, presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Basilicata, Francesco Guido, direttore regionale di Intesa Sanpaolo e direttore generale del Banco di Napoli, Fabio Spagnuolo, responsabile Network e Cultura dell’Innovazione Intesa Sanpaolo, Gianluigi Venturini, direttore commerciale Imprese per Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo. In chiusura la testimonianza dell’azienda ospitante da parte del Pasquale Lorusso, presidente Bawer e presidente Confindustria Basilicata. I lavori sono stati introdotti e moderati da Massimo Brancati, giornalista economico della Gazzetta del Mezzogiorno.
Per l’industria italiana, costituita soprattutto da PMI, lo sviluppo di Industria 4.0 e il relativo Piano del Governo possono essere la strada per recuperare competitività e per creare nuovi posti di lavoro grazie a elevate competenze, nuovi modelli di business e tecnologie innovative. Le opportunità di sviluppo per le realtà aziendali che riusciranno a cogliere questa sfida sono enormi, ma richiedono un intervento a tutto tondo, con investimenti in capitale fisso e immateriale, soprattutto in ricerca, innovazione e formazione, nonché trasformazioni organizzative e una continua attenzione alle evoluzioni in corso. Occorre partire subito perché le tecnologie sottostanti Industry 4.0 necessitano di 10-15 anni per raggiungere la completa maturità nel mercato ed essere pienamente efficienti.
Alberto Baban, presidente Piccola Industria Confindustria: “Le pmi oggi possono competere con successo solo se interconnesse e capaci di contaminarsi con nuove idee. La rivoluzione digitale mette in comunicazione diretta produttori e consumatori, fornendo strumenti prima impensabili per anticipare e indirizzare le richieste del mercato. Affinché questo circolo virtuoso si realizzi tutti gli attori economici devono fare sistema. Ed è proprio questo l’obiettivo del percorso informativo e formativo che stiamo portando in tutto il Paese in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Per le aziende del Sud la quarta rivoluzione industriale è un’occasione eccezionale per crescere e trasformarsi in un polo di attrazione per investimenti, ricerca e innovazione. Qui ci sono tante eccellenze, come la Bawer che oggi ci ospita, la sfida più grande è quella di far cogliere le opportunità del 4.0 a una platea di piccole e medie imprese più ampia possibile” .
Pasquale Lorusso, presidente Bawer e di Confindustria Basilicata: “Confindustria Basilicata ha sposato pienamente i contenuti di questo accordo: per vincere la sfida della competitività le nostre aziende devono tenere il passo dei mutamenti del mercato. Questa spinta è stata la chiave del successo della mia azienda. Nel momento più buio, abbiamo investito in innovazione, know how e diversificazione strategica della produzione, trasformando la crisi in opportunità. Oggi Bawer guarda al futuro con ottimismo: abbiamo individuato nuovi strumenti, come il Programma Elite di Borsa Italiana, per frazionare il rischio d’impresa tra diversi soggetti economici. Siamo fieri che Intesa Sanpaolo abbia condiviso con il nostro territorio questo progetto, per fornire alle aziende un acceleratore nel processo di trasformazione digitale, in grado di aprire nuove opportunità di mercato per il Sud”.
Francesco Guido, direttore regionale di Intesa Sanpaolo e direttore generale Banco di Napoli: “Seppure in un quadro economico migliorato rispetto al passato dobbiamo registrare come non vi sia ancora un’adeguata ripresa degli investimenti produttivi. È un problema globale, ma che in Italia è particolarmente avvertibile vista la piccola dimensione e conseguente scarsa patrimonializzazione delle nostre PMI. L’accordo che presentiamo oggi vuole aiutare le aziende italiane a migliorare la loro capitalizzazione e a cogliere le grandi opportunità che la digitalizzazione e i nuovi scenari offerti dalla quarta rivoluzione industriale offrono. Azioni che richiedono investimenti sia finanziari che nel capitale umano. Intesa Sanpaolo ha di recente lanciato il Progetto Filiere che va nella direzione di agevolare la richiesta ed il costo del credito per tutte quelle aziende fornitrici di un progetto produttivo”.
Lorenzo Pagliuca, Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Basilicata: “Siamo fortemente convinti che il nostro sistema produttivo debba avere con il credito un rapporto di partenariato. Intesa Sanpaolo si sta impegnando per mettere in campo prodotti finanziari in linea con gli interventi in materia di benefici fiscali adottati dal Governo, per le imprese che investono in ricerca ed innovazione. Ci auguriamo che tutte le banche, seppur modificando in parte la loro policy sui termini per i nuovi affidamenti, sfruttino maggiormente i fondi europei impegnabili nelle garanzie a vantaggio dei migliori progetti di investimento”.
L’accordo è imperniato su quattro pilastri: Ecosistemi di imprese e integrazione di business; Finanza per la crescita; Capitale umano; Nuova imprenditorialità.
– Ecosistemi di imprese e integrazione di business
Intesa Sanpaolo e Piccola Industria Confindustria intendono mettere a disposizione un insieme di soluzioni che permettano alle imprese di trasformarsi, migliorando i processi produttivi, ricorrendo a nuove tecnologie e a nuove metodologie, tra cui i percorsi “Lean 4.0” che abilitano le imprese alle tecnologie digitali. Per la realizzazione dei progetti di sviluppo delle imprese Intesa Sanpaolo si avvarrà anche del proprio Innovation Center, struttura che raccoglie tutte le iniziative avviate dal Gruppo nel campo dell’innovazione. L’iniziativa intende rappresentare anche un momento evolutivo di “AdottUp, il Programma per l’adozione delle startup” e offrire nuove opportunità alle startup in esso sviluppate.
– Finanza per la crescita
L’accordo punta a finanziare la crescita del business valorizzando il patrimonio intangibile delle imprese attraverso un nuovo modello di relazione basato sui fattori qualitativi legati al credito: tra questi la capacità innovativa, la formazione e la strategicità della catena fornitore-champion. Sono inoltre previste adeguate soluzioni finanziarie a medio-lungo termine oltre al migliore utilizzo degli strumenti di supporto, a cominciare dal rinnovato Fondo di Garanzia. Per programmare la crescita, bilanciando i livelli di debito a favore del capitale di rischio, è fondamentale il ricorso all’Equity per il rafforzamento del sistema produttivo. A tal proposito l’accordo intende sviluppare iniziative che favoriscano la patrimonializzazione delle imprese. Infine si prevede l’estensione a comparti strategici per l’economia italiana del Progetto Filiere, l’innovativo modello di credito di Intesa Sanpaolo che ha sinora prodotto 330 contratti con aziende capofila con oltre 15 mila fornitori ed un giro d’affari di 55 miliardi.
– Capitale umano
L’accordo punta anche a favorire l’alternanza scuola-lavoro con l’obiettivo di far diventare l’azienda il luogo in cui lo studente consolidi e arricchisca le conoscenze apprese, sviluppando competenze spendibili nel mondo produttivo o acquisendo esperienze funzionali alla creazione di nuove imprese, in linea con il Piano Nazionale Industria 4.0.
– Nuova imprenditorialità
Intesa Sanpaolo mette a disposizione il modello di valutazione delle startup. È un nuovo algoritmo DATS (Due Diligence Assessment Tool Scorecard), già inserito nelle Regole di concessione del credito, a supporto della valutazione creditizia delle Startup e in futura estensione alle PMI innovative. Si tratta del primo modello di valutazione “forward looking” adottato da una banca per i finanziamenti in debito, basato su logiche derivate dalla valutazione degli investitori in Venture Capital, mutuando le competenze costruite negli ultimi anni all’interno del Gruppo Intesa Sanpaolo. Questo nuovo strumento consente alle imprese e alla banca di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle misure governative e le agevolazioni per la crescita, recentemente estese dal Piano Industria 4.0.
L’ECONOMIA DELLA BASILICATA
L’economia lucana mostra una buona competitività sui mercati esteri. L’export nel 2016 è salito a quota 4,5 miliardi di euro, più del doppio rispetto ai 2 miliardi del 2008. Nello stesso periodo le esportazioni italiane sono salite complessivamente del 13%. È stato trainante il settore dell’automotive e, in particolare, i flussi di export in partenza dal sito FCA di Melfi. Un buon contributo alla crescita delle vendite della regione sui mercati esteri è venuto anche dall’elettronica e dall’agro-alimentare.
Matera con valori esportati pari a 309 milioni di euro, rappresenta circa il 7% delle esportazioni della regione. Dal 2008 al 2016 l’export provinciale è aumentato del 3,1%. Alle ottime performance ottenute dalla farmaceutica, dalla componentistica auto e dall’agro-alimentare si sono contrapposti gli arretramenti subiti dalle vendite estere di mobili e chimica.
Nel corso del 2017, in un contesto di domanda internazionale favorevole, il tessuto produttivo della regione Basilicata e della provincia di Matera potrà trovare buone opportunità di crescita sui mercati esteri. Il contributo del canale estero non sarà tuttavia sufficiente per ridare slancio all’economia della regione e della provincia. Sono, infatti, ancora molte le imprese lucane e della provincia di Matera che non esportano o che realizzano gran parte del proprio fatturato sul mercato interno.
E’ pertanto cruciale la spinta del canale interno e, soprattutto, degli investimenti. Più in particolare, sarà importante vincere la sfida del digitale attraverso un’accelerazione degli investimenti, finora frenati dall’incertezza che domina i mercati. L’ambiente è certamente favorevole, grazie alla presenza di significative misure governative a sostegno degli investimenti innovativi, alla disponibilità di buone condizioni di finanziamento e di un bacino di risorse interne.
Si tratta di una grande opportunità per le imprese di questa regione che mostrano un grado di utilizzo delle tecnologie ICT in netto miglioramento anche se in molti casi su livelli ancora inferiori alla media italiana:
• nel 2016 la diffusione della banda larga nelle imprese era pari al 98% in Basilicata (dal 81% del 2008)
• la percentuale di imprese con sito web era pari al 61% nel 2016 dal 46% del 2008
• la quota di addetti che utilizzano computer connessi a internet è salito al 27,6% nel 2016 (dal 18,3% del 2008).
Le opportunità offerte da industria 4.0 richiedono un salto di qualità in termini di investimenti in capitale umano e in ricerca e sviluppo. La regione mostra una quota di popolazione con istruzione terziaria bassa (nel 2015 nella fascia d’età 30-34 anni era pari al 22,8% vs il 25,3% della media italiana) e una percentuale di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche lontana dal dato italiano. La Basilicata evidenzia poi un’intensità di ricerca e sviluppo e brevettuale molto inferiore alla media italiana (0,57% vs 1,3% del PIL). E’ poi esigua la sua propensione a introdurre brevetti e basso il numero di start-up innovative presenti nella regione: 48 a inizio maggio 2017, di cui 16 nella provincia di Matera.