SMI Basilicata, UIL FPL Basilicata, SIMET Basilicata e CGIL Basilicata: “Soddisfazione per l’integrazione dell’accordo integrativo regionale per l’ idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza territoriale in favore di tutti i laureati in medicina e chirurgia. Adesso si proceda celermente alla stabilizzazione dei medici precari”. Di seguito la nota integrale.
Un primo atto giusto, perché non più rinviabile, è stato espletato dal Dipartimento regionale delle Politiche della Persona, su sollecitazione delle OO.SS. per il superamento della carenza dei medici da adibire al sistema di emergenza territoriale (118). Con questo atto sarà ammessa la partecipazione di medici non inseriti nella graduatoria regionale di medicina generale ai corsi per il conseguimento dell’idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza, per un numero di posti aggiuntivi pari alla differenza tra posti messi ad avviso per l’ammissione al corso di formazione per l’idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza territoriale e posti di diritto (come da integrazione dell’art. 42, capo IV dell’AIR). In sintesi, il corso di formazione, così come da accordo con i medici di medicina generale, sarà aperto a tutti i laureati in medicina e chirurgia, allargando la platea dei beneficiari rispetto al passato e offrendo opportunità di crescita professionale al maggior numero di persone possibile.
Dopo vent’anni, finalmente, un primo passo è stato fatto. Adesso bisogna immediatamente individuare le zone carenti e successivamente procedere alla stabilizzazione dei precari. Il tema dei precari del “118” è stato per anni al centro del lavoro delle scriventi, durante i quali sono state messe in campo diverse iniziative, anche legali, atte ad incentivare la stabilizzazione dei medici convenzionati ASP ed a reperirne altri, attraverso il superamento del criterio di accesso al suddetto corso di formazione di 300 ore.
Apprezziamo questo primo timido passo ma, se si vuole definitivamente risolvere il problema della carenza dei medici del 118, bisognerà garantire loro un contratto stabile. Si tratta della soluzione migliore per garantire, in tempi rapidi, la continuità del servizio e la tutela dei medici impegnati da 17 anni. La nostra proposta è che i medici in servizio presso le strutture del sistema di emergenza-urgenza territoriale 118 di Basilicata, con convenzioni a tempo determinato e con un’anzianità lavorativa di almeno tre anni, possano accedere alle procedure di assegnazione degli incarichi convenzionali a tempo indeterminato.E’inconcepibile che in sanità, in questi anni, siano stati stabilizzati operatori appartenenti al comparto (Infermieri, OSS, tecnici etc.)ed alla dirigenza (Medici, Psicologi etc.) e non si è fatto nulla per stabilizzare i medici convenzionati del 118 che, dopo 17 anni di precariato, in molti si sono dimessi.
E’ per questo che saremo accanto ai lavoratori e lotteremo fino a che la soluzione definitiva non sarà adottata con estrema urgenza, per i pochi restanti medici che sono da anni nel 118.
Ci attendiamo dalla Regione ulteriori impegni: solo attraverso la qualificazione e il riconoscimento del lavoro è possibile rafforzare un sistema sanitario che è, ancora più che mai, il primo baluardo di difesa per i cittadini e la comunità.