La studentessa lucana Teresa Pascale in una nota esprime il suo disappunto per non aver potuto partecipare ad un bando dell’Unibas dedicato all’internazionalizzazione a causa di proeedure di ammissione contraddittorie. Di seguito la nota integrale.
Teresa Pascale è una trentatreenne laureata in Psicologia Sociale e che decide di rimanere in Basilicata. Per ampliare il suo bagaglio formativo e professionale si é iscritta nuovamente all’Università, questa volta decidendo l’Università di Basilicata dopo aver conseguito un Master in Europrogettazione. Da neofita Unibas, decide di consultare i Bandi relativi all’internazionalizzazione del suo curriculum. Generalmente, le strategie per l’internazionalizzazione di un Ateneo Universitario devono perseguire l’obiettivo di promuovere la libera circolazione di persone, quindi studenti, docenti, staff. Considerato questo obiettivo generale, le azioni da compiere dovrebbero essere mirate, da un lato a valorizzare e implementare i programmi di mobilità bidirezionale internazionale, dall’altro a elaborare nuove strategie per la ricerca e la didattica, che sviluppino una crescente interazione e collaborazione con partner strategici internazionali come momento di crescita qualitativa dell’intero Ateneo. Nell’ambito di una visione più ampia di internazionalizzazione, appare indispensabile favorire percorsi di internazionalizzazione diffusa, che facciano emergere e valorizzare i numerosi accordi internazionali dei dipartimenti. Una politica d’internazionalizzazione di questo genere è di grande importanza anche per il territorio ed i rapporti con le aziende e le associazioni, a cui vanno comunicate e trasferite efficacemente le iniziative internazionali promosse in Ateneo anche per offrire agli studenti percorsi formativi spendibili sul mercato del lavoro internazionale.
In questo panorama, l’obiettivo della Pascale era svolgere un tirocinio curriculare e formativo in un paese Extra-europeo, come previsto da un bando “Bando Mobilità Internazionale UE – EXTRA-UE” (scaduto oggi) che prevede il conferimento di borse di mobilità internazionale, al di fuori dei programmi comunitari, verso Paesi europei ed extra-europei ai fini di studio e/o ricerca tesi e tirocinio 2021-2022″. Il bando prevede anche una serie di sedi (europee ed extra-europee) espresse per dipartimento e che in 19 giorni lo studente deve comunicare per compilare e sottoscrivere gli accordi necessari con le Università partners.
La Pascale ha seguito le istruzioni, ricercato docenti e scritto mails per rintracciare più dati ed informazioni possibili al fine di partecipare (in pochissimi giorni) ad un’iniziativa lodevole per lei stessa e per L ‘Università.
Ma per motivi e ragioni non ancora del tutto chiare, la sua richiesta é inaccessibile, nonostante il bando prevedesse tale possibilità. L’assistenza durante la comprensione delle procedure da adottare é stata pronta e, a volte, inflessibile da parte dell’Ufficio Settore Relazioni Internazionali, Ufficio Cooperazione e Ricerca Internazionale, ma non sufficiente a determinare un processo di visione condivisa. La motivazione che hanno reso la domanda della Pascale “non-lavorabile” è la seguente:”Gentile.ma, non conosco le motivazioni dell’università-partner, non mi hanno risposto”.
Questa risposta é più che sufficiente a spiegare lo stato di internazionalizzazione di un’Università che nonostante ha opportunità, studenti e fondi per farlo, non sembra averne la volontà.