E’ sempre la “questione migranti” in primo piano nell’attenzione di media, cittadini ed istituzioni. Il 10 luglio, il consiglio del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile ha dato il via libera ad un pacchetto di programmi di garanzia finanziaria del valore di circa 800 milioni di euro come parte del Piano di Investimenti Esterni (PIE – EIP). L’EIP si può considerare una versione extra-UE del Piano Juncker, avente l’obbiettivo di sbloccare 44 miliardi di euro di investimenti incanalando capitale e garanzie per 4,1 miliardi di euro dal bilancio dell’UE attraverso istituzioni finanziarie nazionali e di sviluppo. Una notizia certamente positiva, ma si tratta di una cifra irrisoria per un continente di più di un miliardo di abitanti come l’Africa. Per dare un’idea, ben 6 miliardi di euro sono stati concessi alla Turchia per bloccare il flusso di immigrati e profughi provenienti dal Medio Oriente in un’ottica prettamente securitaria senza alcun azione a favore di investimenti e della crescita economica. La politica Europea ha finora trascurato questo aspetto a suo danno e lo stesso errore viene ripetuto con la Libia, dove ci si limita a pagare le varie fazioni libiche affinché blocchino i migranti che vogliono raggiungere in Europa. Tale strategia, di tipo emergenziale, è inefficace se non controproducente nel lungo periodo. Per impedire che milioni di giovani africani emigrino in Europa e possano invece costruirsi una vita in Africa, programmi come l’EIP andrebbero come minimo decuplicati, e questo solo come inizio. L’Africa deve diventare una priorità per l’UE. La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale, presieduta dall’ing. Alfredo Cestari, non cesserà mai di insistere su questo punto, per fare crescere l’Africa le imprese europee devono poter investire e creare posti di lavoro sul posto e dovrebbero in questo essere pienamente appoggiate dai rispettivi governi e dalle istituzioni Ue in sinergia con i paesi Africani interessati. Questo discorso – evidenzia l’ing. Cestari – vale soprattutto per l’Italia, la più esposta alla crisi migratoria e già gravemente danneggiata dalla sciagurata guerra libica. I danni sono stati non solo di carattere economico, ma anche reputazionale rispetto ai rapporti con l’Africa. I precedenti governi sono stati inabili a tutelare e a promuovere gli interessi nazionali in e hanno in gran parte subito passivamente le decisioni prese da altri. Viene da pensare che l’attuale governo, a parte il blocco di alcune navi e le solite dichiarazioni ad effetto, non si discosterà molto dai suoi predecessori e ipotetici successori.
ItalAfrica promuove il progetto ‘Sinergie per lo sviluppo’, atto a favorire la crescita socio-economica dell’Africa, in particolare attraverso la creazione di opportunità per i giovani tramite il coinvolgimento diretto del settore privato dei paesi UE. Grazie alla sua esperienza, ItalAfrica può aiutare a mobilitare ingenti somme destinate allo sviluppo dell’Africa: solo a livello UE le risorse finanziarie totali dell’11 ° Fondo Europeo per lo Sviluppo (FES) dirette ai paesi dell’Area Africa Caraibi Pacifico (ACP) ammontano a 30,5 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, ma molte altre risorse, a livello pubblico e privato, sono già disponibili – sottolinea Cestari -. L’Italia e l’Europa si trovano di fronte ad una sfida epocale che, se affrontata in modo giusto favorirà lo sviluppo dell’ Africa e allo stesso tempo offrirà numerose opportunità di crescita per le imprese italiane ed europee. ItalAfrica Centrale è in grado di fornire il contributo necessario affinché tutto questo avvenga”.