Italcementi acquisisce Cementir Italia, consolidando la propria leadership produttiva e di mercato in Italia.
Nella giornata di oggi, Italcementi ha perfezionato l’acquisizione di tutte le attività italiane di Cementir Holding, consistenti in una struttura industriale formata da 5 cementerie a ciclo completo e 2 centri di macinazione, oltre che un network di terminal e impianti di calcestruzzo attivi sul territorio nazionale. La transazione si è conclusa a fronte di un corrispettivo di 315 milioni di euro (enterprise value, cash and debt free).
Gli asset di Cementir Italia e delle società interamente controllate CementiSacci e Betontir andranno ad aggiungersi alla struttura industriale Italcementi fino a oggi formata da 6 cementerie a ciclo completo, un impianto per prodotti speciali, 8 centri di macinazione del cemento, 113 impianti di calcestruzzo e 13 cave per inerti.
«La giornata di oggi segna una tappa storica per la nostra società – afferma Roberto Callieri, amministratore delegato di Italcementi -. Per la prima volta dopo molti anni, torniamo a crescere in Italia, consolidando ancora di più la nostra leadership nel mercato italiano dei materiali per le costruzioni e riaffermando il ruolo di primo piano di Italcementi nel panorama industriale nazionale».
L’operazione è stata approvata a novembre dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha posto alcune condizioni riguardanti la cessione di alcuni impianti. Le scelte a tale riguardo saranno definite entro i prossimi 5 mesi.
«A soli 18 mesi dall’ingresso di Italcementi in HeidelbergCement Group, questo nuovo investimento conferma la fiducia del Gruppo nel nostro Paese e nella nostra società. Il nostro obbiettivo – conclude Callieri – è chiaro: accelerare il ritorno, già iniziato nel 2016, alla redditività e sostenibilità del business, con una chiara ambizione sia finanziaria, sia temporale. Un percorso da attuare attraverso le necessarie sinergie, da coniugare con le nuove opportunità di mercato per i nostri prodotti, quelli tradizionali come quelli innovativi».