Iter per riconoscimento Igp alla fragola di Basilicata, intervento Confagricoltura Basilicata. Di seguito la nota integrale.
In questi giorni, e dopo la dichiarazione del presidente Bardi sull’avvio dell’iter che porterebbe al riconoscimento dell’IGP alla fragola di Basilicata, sta prendendo piede una polemica sul nome del riconoscimento, frutto di inutili campanilismi.
Occorre fare un po’ di ordine e dotarsi di buona memoria storica per utilizzare il nome che meglio identifica tale produzione di eccellenza.
Nell’areale del metapontino si coltivano fragole dagli anni sessanta, tra alti e bassi la fragola è da sempre la coltura che ha generato il pil agricolo più importante della regione. Fino agli novanta le fragole del metapontino venivano commercializzate dalle coop emiliane e spesso il consumatore non era neanche a conoscenza della provenienza di tale eccellenza.
A fine degli anni novanta tale coltivazione ha registrato un tracollo, passando da una superficie coltivata di quasi 1000 ettari ad appena 400. Nei primi anni duemila vi è stata una svolta, l’introduzione della pianta fresca e di una nuova cultivar la Sabrosa, meglio conosciuta con il nome commerciale di candonga di Basilicata, è solo in questo momento che si avvia la commercializzazione con i marchi lucani e la fragola viene conosciuta come produzione della Basilicata.
Nel marzo 2010, la fragola lucana fu protagonista assoluta di una campagna pubblicitaria di altissima visibilità, con uno spot sulle reti Mediaset, campagna sponsorizzata dalla regione Basilicata, questo accompagnato da un prodotto di eccezionale qualità, ha reso famosa la nostra fragola come “fragola della Basilicata”.
Dal punto di vista normativo i marchi di tutela servono per meglio identificare un prodotto di particolare pregio e tutelarlo da eventuali contraffazioni, la definizione di IGP è contenuta nel regolamento comunitario n.510/2006 del consiglio del 20 marzo 2006 , che all’art. 2 recita: “ per indicazione geografica “ deve intendersi il nome di una Regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un Paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare: originario di tale Regione, di tale luogo determinato o di tale paese; la peculiarità delle IGP e che possano essere registrati come tali anche prodotti il cui legame qualità-origine sia dovuto anche solo ad una fase del ciclo di vita dell’alimento: produzione, trasformazione, elaborazione.
Se si vuole compiere azioni volte alla tutela del nostro territorio e delle nostre eccellenze non bisogna essere degli idioti romantici, perché questo creerebbe dei danni piuttosto che dei benefici. È compito della politica è seguire le fasi di riconoscimento presso il MASAF, i player di settore devono affiancare gli uffici preposti nella redazione del disciplinare di produzione e dotarsi di una comunicazione univoca nonché di un consorzio di tutela della fragola di Basilicata, i romantici devono tacere. Confagricoltura a tutela delle aziende agricole e di una produzione di particolare pregio come la fragola, che in termini di personale impegnato e le giornate lavorative rappresenta una delle produzioni di maggiore impatto del comparto agricolo regionale, esorta la regione a proseguire la strada intrapresa e seguire in modo celere tutto l’iter per il riconoscimento.