Entro la fine dell’anno l’Area Sud della Basilicata vedrà la nascita del Progetto Ricas Italia, la cui finalità è creare una rete di Comuni della Basilicata, che dovrà poi estendersi a tutti i Comuni d’Italia, animata dall’intento di promuovere la cultura della sostenibilità, della solidarietà e della cooperazione.
Il progetto parte dalla Basilicata, da un territorio del Sud Italia, qualificandosi come un’ iniziativa che guarda al futuro e che sarà presentata all’Unione Europea come un progetto la cui finalità è quella di preservare la cultura dei territori.
Fautore del progetto è il giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea, fondatore del sito “Progetto di Vita per il Sud” – www.progettodivitasud.it – per il rilancio del Mezzogiorno, con il contributo della giornalista Francesca Lovatelli Caetani, il quale ha proposto al Gal – “La Cittadella del Sapere” dell’Area Sud della Basilicata,
di sostenerlo e condividerlo.
L’intento primario del progetto è la costituzione della Rete dei Comuni e delle Regioni per la tutela ambientale, la cultura, la cooperazione e la solidarietà tra i cittadini, contro la povertà e l’inquinamento del pianeta. Sarà richiesto anche l’incoraggiamento da parte del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.
Il suddetto progetto, che può definirsi un progetto eco-sociale, ideato dal giornalista Biagio Maimone già nel 2016, è stato riattualizzato recentemente, in quanto si è avuto modo di constatare come esso si qualifichi come iniziativa che ha requisiti per essere proposto all’Unione Europea al fine di dare impulso ad un nuovo modo di fare cultura a favore della sostenibilità, contro il degrado e la povertà.
La Rete dovrà aggregare, partendo dalla Basilicata, il maggior numero di Comuni e di Regioni, affinché si impegnino attivamente per la tutela ambientale e contro l’inquinamento, nonché per la salvaguardia dell’intero ecosistema, attraverso azioni concrete che coinvolgano, nel contempo, i cittadini e le Istituzioni.
Strategica sarà la cultura o meglio l’emancipazione culturale che si esprime nella cura dei territori, che conduce a quella cultura che può definirsi la cultura della bellezza.
La povertà culturale e morale genera povertà economica e miseria, nonché il proliferare della violenza e della malavita.
Ai Comuni, alle Regioni e ai cittadini spetterà il compito di monitorare i singoli territori. Ne consegue, pertanto, che ad essi spetti anche il compito di controllare privati ed industrie affinché rispettino l’ambiente e utilizzino tutti i mezzi necessari per evitare l’inquinamento, al fine della salvaguardia dei territori.
Grande responsabilità avranno le amministrazioni comunali e regionali, che dovranno interfacciarsi con il governo non solo italiano, considerato che il tema dell’inquinamento del pianeta è un tema che coinvolge tutte le nazioni.
“La povertà culturale e morale è la conseguenza del degrado ambientale, che è la conseguenza del degrado morale” ha dichiarato Nicola Timpone, Direttore Generale del Gal -La Cittadella del Sapere, il quale ha aggiunto: “L’acuirsi della crisi dei valori della nostra società ha prodotto, oltre ad un impoverimento economico complessivo, anche la decadenza del valore della cultura umana”.
L’ideatore del progetto Biagio Maimone ha aggiunto: “Per noi porre al centro l’uomo e la sua dimensione sociale ed ambientale significa creare una nuova forma di relazione umana e di comunicazione, che si avvalga della creatività quale forza propulsiva per incamminarsi in un nuovo processo socio-economico che possa realmente favorire il progresso umano.
Riteniamo che ‘fare rete’ sia, in tale contesto, fondamentale per far vivere un tessuto sociale che includa e non escluda nessuno. Dovrà essere coinvolta l’intera Europa, a cui chiederemo lo stanziamento di fondi da destinare alla salvaguardia dei patrimonio ambientale.
La rete si prefigge di interfacciarsi con tutti gli organismi nazionali ed internazionali per monitorare ciò che accade ed il tasso di inquinamento prodotto, per poi segnalare ai vari organismi competenti le anormalità riscontrate perché vi pongano rimedio.
Non si deve eludere la considerazione che il clima rappresenta il fattore principale per la salvaguardia del pianeta e degli esseri umani e che, pertanto, non si possa assolutamente prescindere dal difenderlo sia da parte dei singoli Comuni, sia da parte di tutti i cittadini.
Educare al rispetto dei criteri che salvaguardino il clima e, conseguentemente, l’ambiente e l’intero ciclo della vita degli animali è l’obiettivo che ogni singolo Stato e ogni singolo cittadino deve, pertanto, prefiggersi.
Nondimeno rilevante consideriamo essere il tema dell’alimentazione, letto in termini di capacità di produrre cibo attraverso l’utilizzo di risorse naturali e tecnologie non inquinanti, sempre più attente alla salvaguardia della natura e alla creazione di nuove opportunità di lavoro.
E’, in tal modo, possibile creare un nuovo welfare che genera ricchezza attraverso la natura e la salvaguardia dell’ambiente, nonché la sana nutrizione dell’uomo affinché si garantisca, nel contempo, il suo benessere e il progresso umano.
Urge l’esigenza, perciò, di creare un connubio tra sostenibilità, cultura e solidarietà, fonte di opportunità per il futuro dell’umanità.
Mai più terre depresse e mai più uomini ai bordi della strada.
La cultura del bello ha il potere di condurre al vero progresso umano.
E’ tale monito che può avviare un reale processo di umanizzazione e di cooperazione sociale continua contro le varie forme di povertà: ambientali , economiche, civili e sociali, nonché morali”.
Ott 23