Giovedì 12 maggio 2022, a partire dalle ore 18:00, nella Sala Consiliare del Comune (in via della Cittadinanza Attiva) è in programma l’incontro sul tema “La corretta coltivazione e il controllo fitosanitario nel castagneto” organizzato dall’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di innovazione in Agricoltura, per il
“Il 28 aprile scorso – ha commentato il direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi – insieme ad altre istituzioni tra cui il Comune di Melfi, l’Agenzia ha partecipato all’incontro promosso dal Dipartimento Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata sulla condizione fitosanitaria e gestionale dei castagneti lucani, in particolare di quelli del Vulture. In quella occasione – ha spiegato Crescenzi – è emerso come da molti anni anche i castagneti della Basilicata siano stati interessati dalle infestazioni del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus), che ha provocato molti danni alla coltura e impatti negativi sull’economia legata alla produzione di castagne e sugli aspetti turistici collegati a tale produzione agricola. Contro il cinipide, anche in Basilicata si sono applicate le linee guida del Ministero delle Politiche Agricole, che prevedono tra l’altro la lotta biologica tramite il “lancio”, cioè la diffusione, di un antagonista, il parassitoide Torymus sinensis. Il Torymus si è poi insediato stabilmente, tanto che nei castagneti della Basilicata non solo si è avuto nel tempo un sostanziale contenimento del cinipide, ma tra Torymus e cinipide si è raggiunto un equilibrio che va preservato, e che rende inutili nuovi lanci. Tuttavia altri nemici del castagno – come le cidie e il balanino – insidiano questa coltura”.
“Secondo un’indagine realizzata qualche tempo fa dall’ALSIA – ha proseguito Crescenzi – in Basilicata i castagneti occupano quasi 8.500 ettari, per quasi il 97% governati a ceduo. Solo nel Vulture sono stati censiti circa 2.500 ettari a castagno, per quasi il 60% della varietà marroncino, anche se non mancano le varietà Cesano, Rossina e Reggiolana, ed anche la San Michele o Selvaggia o Settembrina. Attualmente – ha detto poi il direttore Crescenzi – l’orientamento prevalente mira a dare una “concezione integrata” del bosco, riconoscendogli la capacità di esplicare una serie di benefici diretti (frutti e legno) e indiretti (turismo, protezione idrogeologica, equilibrio bioecologico). Inoltre, non è possibile eseguire in questi contesti degli interventi con prodotti chimici contro i patogeni del castagno, ed è quindi necessario operare sulla prevenzione e definire nuove forme di intervento per tutelare i castagneti e per massimizzarne le funzioni produttive, sociali e ambientali”.
“Su richiesta esplicita dell’Assessorato Regionale, dunque – ha concluso Crescenzi – sono stati programmati una serie di incontri divulgativi sul territorio a servizio dei castanicoltori della Basilicata. L’appuntamento di Melfi è il primo di una serie di incontri divulgativi sulle tecniche innovative di buona gestione agronomica e colturale dei castagneti, atte a favorire e a mantenere la fertilità del suolo e il vigore della pianta, in modo da mantenere i danni prodotti da questi insetti sotto una <soglia accettabile> del danno”.