Il design e la tecnologia aiuteranno la maiolica a traguardare il futuro. Guai, però, a mettere da parte la tradizione.
Davanti ai ragazzi del liceo scientifico “G. B. Vico” e della scuola media “Dante Alighieri”, innovatori e custodi dell’arte figula locale si sono confrontati mercoledì scorso durante un convegno a Laterza sul tema “Maiolica tra passato, presente e futuro”, il terzo tra gli appuntamenti previsti nell’ambito del progetto “La Murgia abbraccia Matera” (finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dal Comune di Laterza). Due scuole a confronto, quindi, di pensiero e artistiche: da una parte la laertina, rappresentata da Giuseppe De Vietro, dall’altra la grottagliese, impersonata da Antonio Vestita.
Confronto, ma non scontro o rivalità. Indubbiamente resta importante il peso dell’innovazione, che non deve scadere nell’appiattimento del “segno” artistico, che in Puglia è variegato e diffuso: i “colori” della maiolica laertina, o il “pumo” della ceramica grottagliese sono peculiarità da preservare.
De Vietro, figlio dell’ultimo figulo laertino Michele, già professore di Discipline Plastiche all’Istituto Statale d’Arte di Lecce e autore di preziosi manufatti di impostazione classica, ha respirato l’aria di bottega sin dall’infanzia. La fornace dove ha toccato la creta per la prima volta, infatti, è tra le più antiche di Laterza, ancora esistente ma non praticabile. È uno di quegli esempi di archeologia artigianale che hanno ispirato il progetto “La Murgia abbraccia Matera”: testimonianze produttive che, riscoperte grazie ai cittadini e opportunamente valorizzate, possono trasformarsi in attrattori turistici e culturali. Antonio Vestita, invece, incarna le correnti più innovative: anche lui proveniente da una famiglia di ceramisti tra le più famose di Grottaglie, non disdegna l’uso della tecnologia come ausilio al gesto manuale, riconoscendone il valore soprattutto per le generazioni più recenti che così, magari, si avvicinano con più facilità alla vita di bottega.
Luoghi dove bisogna tornare, per cogliere gli ultimi segreti dei maestri al fine di riscoprire e praticare un’arte antica che può dare ancora tanto. Come hanno fatto alcuni giovani laertini con il progetto Mesolab, la “grottega” che nel rione Mesola (grazie a un finanziamento PIN della Regione Puglia) ha ripreso la tradizione di un’antica bottega artigiana.
Dopo il convegno, cui hanno partecipato anche Mimma Stano (assessore al Marketing territoriale, Turismo e Bilancio del Comune di Laterza) e Nicola Zilio (amministratore unico della cooperativa “Chiave di Volta”, che realizza originali manufatti che si ispirano allo stile della ceramica laertina con il marchio Myolica), gli alunni hanno scoperto questa realtà inaugurata il mese scorso, dove le tecnologie di stampa in 3D vengono applicate alle lavorazioni tradizionali. Un luogo al limite tra passato, presente e futuro, dove tutti possono scoprire le infinite possibilità della progettazione digitale e il fascino del tornio.
Quest’ultimo insuperabile, sentendo le impressioni dei ragazzi che hanno partecipato al laboratorio di ceramica con il maestro Michele Casarola, ultimo degli allievi viventi del maestro De Vietro, che nell’atrio del Palazzo Marchesale ha accompagnato le mani dei più giovani nell’indimenticabile esperienza della modellazione.