La cultura della conservazione, della prevenzione e della gestione delle emergenze sono i cardini fondamentali per la difesa del territorio.
Su queste tematiche si è incentrato il seminario di studio svoltosi presso la sede di Macchia Romana dell’Università degli Studi della Basilicata in Potenza lo scorso venerdì avente come titolo “Il nostro territorio. Un patrimonio per il futuro: il ruolo dei professionisti tra prevenzione del rischio e gestione dell’emergenza”.
Sono intervenuti Giuseppe D’Onofrio (Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza), Dario De Luca (Sindaco della Città di Potenza), Francesco Peduto (Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi), Maurizio Savoncelli (Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri) e Michele Lapenna (Consigliere Tesoriere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri) i quali con i loro interventi hanno fatto il punto sullo stato dell’arte e sul futuro delle competenze richieste nelle fasi emergenziali, senza prescindere dalla sinergia tra le diverse professionalità in campo.
Armando Zambrano, coordinatore delle Rete delle Professioni Tecniche ha discusso sul tema delle proposte delle professioni tecniche per la riduzione del rischio mentre Angelo Masi dell’Università degli Studi della Basilicata ha puntato l’attenzione sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente sviluppato su tre temi: il problema, gli strumenti, le opportunità. Claudio Moroni del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha evidenziato il ruolo dei tecnici nelle attività di protezione civile.
“Grazie all’impegno del Presidente Francesco Peduto del CNG, della Commissione di Protezione Civile e dell’intero Consiglio Nazionale dei Geologi, è stato riconosciuto ufficialmente e per la prima volta, il ruolo del geologo a supporto delle attività tecniche di Protezione Civile. Schede AGeoTec, GIS-Erikus oggi entrano a pieno titolo nell’approfondimento geologico delle schede AeDES anche grazie al contributo dei geologi e dei liberi professionisti che hanno collaborato alle attività di supporto tecnico alla Protezione Civile dopo il sisma del centro Italia 2016” – afferma Gerardo Colangelo, Presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata.
E’ stata l’occasione per mettere in evidenza l’importanza del modello geologico del sottosuolo nella valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici. “Peccato che questi laboratori naturali che costano vite umane al Paese non sono state correttamente analizzate ed approfondite come purtroppo emerge dal Cap. 3 delle nuove NTC 2018” – afferma Raffaele Nardone, Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi.
Nelle attività ed interventi finalizzati alla mitigazione del rischio sismico è fondamentale la conoscenza del territorio, la redazione e l’aggiornamento dei Piani di Emergenza in quanto sono la base per le attività di previsione, per definire gli stati di attivazione – attenzione, di preallarme e allarme, a cui corrispondono delle precise e determinate procedure nella pianificazione di emergenza.
“Oltre l’emergenza terremoto, la vera emergenza è la mancanza di conoscenza e di consapevolezza perché la vera prevenzione non può prescindere da un’azione sinergica e sistemica tra le istituzioni e il mondo delle professioni tecniche, inteso nelle sue diverse specificità ed esperienze” – afferma Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “La promozione della cultura geologica oramai non può più essere relegata in secondo piano, rispetto alla pianificazione e allo sviluppo sostenibile” – conclude Peduto.
I professionisti hanno il compito di individuare gli interventi utili finalizzati alla riduzione del rischio inteso sia come interventi diretti sulle infrastrutture che nella percezione del rischio stesso. Tra queste azioni un ruolo fondamentale lo riveste l’informazione intesa come comunicazione diretta da inoltrare alle popolazione, ai giovani nelle scuole con l’indicazione dei comportamenti da adottare in relazione ai rischi di un determinato territorio.
L’Italia è una nazione con un rischio sismico molto elevato a causa dell’intrinseca natura geologica del territorio e della spesso inadeguata pianificazione urbanistica che, in più occasioni, ha mostrato tutti i suoi limiti sottovalutando quegli aspetti geologici, geomorfologici, idrogeologici e sismici che caratterizzano l’evoluzione e le trasformazioni del nostro territorio.