Al via sul territorio della provincia di Potenza il ciclo di assemblee verso la grande manifestazione nazionale indetta il 7 ottobre a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare. È “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”, la mobilitazione lanciata da più di 100 associazioni e reti, che a loro volta raccolgono tantissime realtà della società civile, tra cui anche la Cgil. Una consultazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle donne e dei giovani, affinché siano protagonisti di una battaglia comune per unire e cambiare il Paese, dando vita a un nuovo modello di sviluppo. Dopo Villa d’Agri e Venosa, lavoratori, lavoratrici, giovani, pensionati e pensionate si ritroveranno a Senise domani 22 settembre, a Potenza il 26 settembre e il 5 ottobre, a Lauria il 27 settembre e a Oppido Lucano il 28 settembre.
“La mobilitazione – spiega il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito – rivendica il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità, fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali. Occorre contrastare la precarietà dilagante, il lavoro povero e sfruttato, nel contempo aumentare i salari (rinnovando i contratti) e le pensioni, oltre a superare la legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.
Scenderemo in piazza – prosegue – anche per il diritto alla salute. È essenziale assicurare il diritto alla salute e un servizio sanitario nazionale e un sistema socio-sanitario che sia pubblico, solidale e universale, cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica. Tra le richieste, la necessità di recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e di valorizzare il lavoro di cura. Occorre poi investire sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turn-over, superi la precarietà e valorizzi le professionalità, sostenendo le persone non autosufficienti, tutelando la salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione”.
Tra i temi, anche l’istruzione, l’ambiente, la pace. “Rivendichiamo la tutela del diritto all’istruzione – spiega Esposito – dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e per l’intero arco della vita. Il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale sono un altro punto centrale, insieme al diritto all’abitare e a un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in un’altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza, lasciando tante persone senza alcun sostegno. Nell’appello La Via Maestra, spazio anche al diritto a un ambiente sano e sicuro, in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal Pnrr le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e la valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile”. E ancora, “una politica di pace intesa come ripudio della guerra, con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e non violenta”.
Diritti che secondo la Cgil “si garantiscono solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più, per garantire a tutti un sistema di welfare pubblico e universalistico, che protegga e liberi dai bisogni. A cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività, che sono oggi negati tanto da interventi regressivi, come ad esempio la flat tax, quanto da un’evasione fiscale sempre più insostenibile. Giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia nell’interesse delle future generazioni, come recita l’articolo 9 della nostra Costituzione.
Oggi però il modello sociale fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza e partecipazione – avverte Esposito – viene messo in discussione dal governo. Le note più preoccupanti riguardano l’autonomia differenziata, rilanciata con il ddl Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori. Inoltre, il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità”.