Lo stilista Michele Miglionico ospite alla 3^ edizione della Marrakech Fashion Week per promuovere l’internalizzazione del Made in Italy all’estero.
Lo stilista Michele Miglionico, esponente dell’Alta Moda Italiana, ha presentato per la prima volta a Marrakech, città imperiale del Marocco, la sua collezione di alta moda “Madonne Lucane” dedicata alle tradizioni italiane del Sud Italia in particolare al patrimonio, culturale, artistico e antropologico della sua terra di origine, la Basilicata, durante la 3^ edizione della Marrakech Fashion Week.
La sfilata si è svolta nel Riad M Bacha situato nella Medina, cuore pulsante ed antico della città.
Questo Riad è da sempre considerato un capolavoro e monumento storico dell’arte islamica sin dalla sua costruzione nel 1896, a testimonianza ed espressione di una serie di decisioni politiche prese durante il periodo coloniale che segnarono la storia di Marrakech e del Marocco.
Lo show è stato un viaggio emozionale, un omaggio del Made in Italy ad una delle terre più antiche del mondo di cultura berbera come Marrakech.
La Marrakech Fashion Week ha visto la partecipazione di 15 sfilate e una collettiva di 22 giovani designer marocchini oltre la partecipazione degli Istituti Ied di Roma con le designer Dorotea Oddo, Maria Chiara Sorbino e Iuad di Napoli con il designer Andrea Di Giulio..
Ha aperto la fashion week lo show di Maison Artc, fondata dallo stilista Artsi Ifrach a seguire nei giorni successivi Elllu Couture, Mila Morelli, Helena Magdalena, Maison du Caftan, Lune de Jour, Karim Tassi, Alphadi
A rappresentare il Made in Italy oltre allo stilista Michele Miglionico, Giovanni Cavagna e allo stilista palestinese Jamal Taslaq.
“Prosegue la mia scelta di luoghi suggestivi dal grande impatto emozionale sia in Italia che nel mondo per la presentazione di questa collezione che evidenzia una stretta connessione tra il mondo della moda e culture diverse”, spiega lo stilista Michele Miglionico, “questa occasione per me ha avuto un maggiore significato in quanto ho voluto evidenziare che è possibile raccontare il cattolicesimo attraverso il linguaggio della moda anche in luoghi dove si professano diverse religioni”.