Le sagre e le manifestazioni popolari in quest’estate particolarmente numerose, dopo due anni di stop per la pandemia, in tutti i 131 comuni lucani, insegnano due cose: il sentimento di appartenenza alla propria comunità è sempre più forte; non c’è più tempo da perdere per combattere lo spopolamento e gli effetti devastanti sui territori e sulle comunità locali. A ribadirlo l’a.d. di Terre di Aristeo Saverio Lamiranda per il quale bisogna evitare che finita la stagione delle sagre in autunno tutto torni come prima nel senso che il presente-futuro dei nostri piccoli centri continui ad essere tema di dibattito tra addetti ai lavori e uomini-donne di buona volontà.
Intanto i prodotti alimentari, le manifestazioni di tradizioni popolari, protagonisti delle sagre vanno ricondotti ad una filiera completa e capace di cointeressare tutti i segmenti pubblici e privati, produttivi e di servizio (agricoltura, enogastronomia, artigianato ecc.) perché è la filiera che dura tutto l’anno . I Distretti Turistici – dice ancora Lamiranda – sono gli strumenti innovativi in grado di garantire quell’animazione sociale ed economica di cui hanno assoluto bisogno i nostri borghi per dare “gambe” alle idee di sviluppo locale. A partire dal soggiorno nei borghi per noi di minimo tre notti per fare veramente turismo. Questo deve essere il primo obiettivo strategico di tutta la Regione insieme a tutte le comunità municipali coinvolte per promuovere il turismo rurale in modo integrato e sostenere la cooperazione fra soggetti pubblici e privati. La scelta del partenariato con il coinvolgimento attivo dei soggetti istituzionali ed imprenditoriali impegnati nel sistema turistico e in quello agroalimentare (e non solo) ci vede da tempo attivamente coinvolti. Per Lamiranda “è sempre più indispensabile che le amministrazioni comunali prima di accrescere l’impegno di rappresentanza istituzionale ad ogni livello attivino un nuovo rapporto con la componente privata operante sul territorio. Un rapporto – precisa – di ascolto reciproco riconoscendo e stimolando i privati ad un più efficace impegno operativo e collettivo. Lo spopolamento – aggiunge l’a.d. Terre di Aristeo – è il male assoluto e senza una soluzione a questo male nessuna azione potrà essere attivata”.
Terre di Aristeo inoltre ha sempre creduto nel “turismo di ritorno” dedicato agli italiani all’estero e agli emigrati, in quest’estate più numerosi degli anni passati. A questo progetto sarà dedicato l’anno 2023 e presso il Ministero degli Esteri sono in programma numerose iniziative per coinvolgere direttamente le Regioni, le associazioni degli italiani all’estero, alle quali candidiamo i Distretti Turistici in continuità con il rinnovato interesse manifestato dal Ministro Garavaglia sui Distretti impegnati per propria mission a portare nostri connazionali a riscoprire i luoghi di origine. Ricordo che il Pnrr ha previsto un significativo intervento finanziario per far scoprire e riscoprire un “turismo del ritorno” da parte degli italiani che risiedono da anni all’estero, sono stati migranti e diventati cittadini di altri paesi, ma spesso senza dimenticare i luoghi di origine, i borghi natii di genitori e nonni, quindi con la voglia di tornare a vedere quei paesaggi e quella storia di cui l’Italia è piena. E’ questa un’operazione che va nella direzione di perseguire l’obiettivo della trasformazione e riqualificazione abitativa e ambientale dei borghi spopolati che oltre a diventare un biglietto da visita per la promozione e riscoperta delle “proprie antiche radici” possono essere la scelta di residenza dopo esperienze di lavoro e vita all’estero o fuori regione. Il progetto “Il turismo delle radici” è dunque una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19, grazie al sostegno tecnico e di indirizzo fornito dal Pnrr, che si inserisce nell’investimento per l'”Attrattività dei Borghi”.