“Il progetto di ricerca internazionale sui castelli federiciani della Basilicata, promosso dalla Humboldt-Universität zu Berlin che ha come obiettivo centrale lo studio della dimensione architettonica e delle fasi di realizzazione delle residenze normanna e sveve del Mezzogiorno d’Italia, tra cui i castelli di Lagopesole e di Palazzo San Gervasio, è un ulteriore significativo tassello dell’impegno a valorizzare il nostro patrimonio storico-culturale che per il Distretto Turistico Terre di Aristeo è uno dei fattori su cui puntare per il rilancio del turismo”. Lo afferma Saverio Lamiranda, ad Terre di Aristeo, che aggiunge: “abbiamo promosso e partecipato a numerose iniziative di studi, in collaborazione con Università e Centri Internazionali di studi, perché riteniamo l’identità culturale essenziale per tenere viva l’identità territoriale. E’ il caso di ricordare il quinto congresso internazionale del Centro Internazionale di Studi “Ancient Cities” che si è svolto agli inizi di ottobre a Forenza ed Acerenza con il tema centrale “Le trasformazioni delle città tardoantiche in altomedievali/islamiche” e nel 2019 la “missione” di studiosi ed esperti dell’ Università di Gerusalemme e degli Usa che abbiamo organizzato alle Catacombe Ebraiche di Venosa, tra i quali il Prof. Steven Fine dell’ Università Santa Barbara (California) , storico di ebraismo, il prof. Samuele Rocca di Gerusalemme (Università Ebraica Gerusalemme,) il prof. Ariel Samuel Lewin Unibas (Dip. Scienze Umane) che ha ottenuto il suo dottorato alla Hebrew University di Jerusalem. Pensiamo inoltre che prima le città romane e greche come successivamente le città realizzate intorno ai castelli federiciani abbiano costruito un modello fondato sull’identità, l’appartenenza e l’animazione delle comunità che è una “buona pratica” da seguire per la rivitalizzazione degli attuali borghi lucani. Nei centri del Vulture-Alto Bradano c’è ancora molto da studiare nella ricerca storica edilizia, e delle fonti storiche per ricostruire la vita delle comunità locali. Su Venosa si lavora perché le catacombe di Venosa possano costituire l’attrattore principale ed esclusivo a livello internazionale dell’intera Comunità Turistica Integrata dell’Area e anche le presenze a Matera di cittadini di fede ebraica abbiano l’opportunità di proseguire il percorso culturale con la visita alle catacombe ebraiche di Venosa e all’intero patrimonio culturale e storico del comprensorio”. Per Lamiranda “c’è bisogno di un’opera di profondo ed innovativo restyling per rilanciare gli itinerari turistico-culturali del Sud che proprio intorno ai castelli di Federico II e al patrimonio archeologico greco e romano hanno conosciuto negli anni novanta una positiva fase di attrazione anche in Basilicata con flussi turistici europei ed esteri in generale”.