Seguo con particolare interesse ed attenzione la due giorni di dibattiti dei vescovi delle «Aree interne», che si svolge per il quinto anno a Benevento per continuare la riflessione avviata nel 2019 e condividere spunti di riflessione e piste di azione per la pastorale in zone segnate dallo spopolamento dei territori, forte emigrazione, mancanza di servizi. Le riflessioni dei vescovi trovano molti elementi in comune con il nostro Progetto Pilota per il Rigenerazione e il Ripopolamento dei piccoli borghi. Un impegno comune che ci vede come Terre di Aristeo condividere e sostenere l’appello alla politica venuto da Benevento da parte del presidente della Cei Card. Zuppi, chiedendo che «le aree interne siano aiutate non solo a conservare il passato, ma anche a costruire il futuro. Un’idea seria di accoglienza può dare futuro alle aree interne e anche al nostro Paese». La nostra proposta di “Turismo di Comunità”, nelle sue diverse accezioni, da quella religiosa a quella culturale, enogastronomica, potrebbe costituire una diversa, concreta ed efficace risposta per contribuire alla ricostituzione sociale, civile ed economica delle nostre Comunità e soprattutto a ridare speranza ai nostri borghi. Per questo chiediamo a Mons. Davide Carbonaro, neo Presidente della Cei Basilicata, al termine della due giorni di Benevento, un incontro nel quale riproporre all’attenzione della Chiesa lucana il Progetto del Distretto ed avere uno scambio di idee sul presente-futuro delle comunità delle aree interne. La sta vivendo, ormai da molto tempo, una fase che sembra “inarrestabile” del suo spopolamento, condizione che, invece, riteniamo sia possibile ancora sospendere o contenere significativamente a condizione che tutta la società civile si rimobiliti e si realizzi un nuovo, diverso ed innovativo rapporto fra Pubblico e Privato. In questo nuovo scenario un ruolo indispensabile ed essenziale potrebbe essere svolto dalla Chiesa attraverso le proprie diverse articolazioni territoriali, particolarmente dedicato all’attività di animazione e formazione, specialmente delle nuove generazioni. Inoltre si registra, specialmente nelle aree interne, l’inesistenza di associazioni o di gruppi sociali attivi in grado di sostenere e promuovere attività culturali capaci di proiettare le nostre Comunità in un contesto moderno e di prospettive internazionali anche per soddisfare le esigenze di informazione e di confronto fra esperienze diverse. Pensiamo che un ulteriore sforzo comune Chiesa-parrocchie da una parte soggetti imprenditoriali cattolici e laici dall’altra possa produrre uno “stimolo” per l’attività che la nuova Giunta Regionale si appresta ad avviare in tema di aree interne e spopolamento.
Lug 17