Rilanciare l’Archivio di Stato di Matera. E’ il tema dell’iniziativa “L’Archivio di Stato siamo noi”, organizzata nel pomeriggio nell’Archivio di Stato di Matera da Cgil e Uil insieme alle Associazioni datoriali, culturali, sportive e del volontariato (Confapi, CNA, Centro Carlo Levi, INU, Legambiente, Associazione Amici della Biblioteca, Collettivo Donne, Uisp Basilicata, Radio Reggio Altamura, Associazione Matera Ferrovia Nazionale, Comitato Acqua Pubblica, Associazione B&B, Associazione Ecos –Uisp, Energheia, Teatro dei Sassi). Relatori il segretario generale di Cgil Matera, Eustachio Nicoletti, il segretario provinciale della Uil Franco Coppola, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri e il giornalista Pasquale Doria, la direttrice dell’Archivio di Stato, Marina Veglia, oltre a numerosi esponenti della cultura materana.
Un incontro promosso per approfondire e discutere delle problematiche strutturali, organizzative, tecnologiche e degli organici che rendono problematico il funzionamento e la fruizione documentale di uno dei punti forza della memoria del territorio che potrebbe sviluppare uno straordinario senso delle radici e dell’identità della Città di Matera e della sua provincia.
Durante l’iniziativa è stato presentato il documento “Il futuro della Capitale europea della cultura 2019” che, in continuità alla campagna di mobilitazione intrapresa nei mesi precedenti con la “Marcia per la cultura e il lavoro”, intende riprendere l’iniziativa di sensibilizzare l’opinione pubblica, la società civile, le forze politiche e sociali e le istituzioni su alcune questioni che investono la capacità della città dei Sassi di mettere a valore per gli anni avvenire il prestigio universalmente riconosciuto anche da ultimo con la designazione di Matera, capitale europea della cultura per 2019.
In chiusura momento teatrale con letture di Massimo Lanzetta e accompagnamento musicale dell’arpista materana Maria Pistone.
Riportiamo di seguito il testo integrale del documento “Il futuro della Capitale europea della cultura 2019”
Le rappresentanze del mondo sindacale, imprenditoriale, professionale, associativo, personalità della cultura e liberi cittadini del Comune e Provincia di Matera e dei Comuni contermini del territorio appulo-murgiano, volendo dare continuità alla campagna di mobilitazione intrapresa nei mesi precedenti con la “marcia per la cultura e il lavoro”, ritengono di dover riprendere l’iniziativa di sensibilizzare l’opinione pubblica, la società civile, le forze politiche e sociali e le Istituzioni, particolarmente su alcune questioni che investono la capacità della nostra Città di mettere a valore per gli anni avvenire il prestigio universalmente riconosciuto anche da ultimo con la designazione di Matera, capitale europea della cultura per 2019.
Tali questioni sono strettamente legate tra loro nell’evidenziare la necessità che Matera sappia valorizzare al massimo la risorsa vitale per il suo sviluppo civile, sociale, economico rappresentata dalla straordinarietà del suo territorio nelle sue valenze storico-artistiche, urbanistiche, archeologiche e naturalistico-ambientalistiche, sicché si possa fare della “Cultura del territorio” la forza trainante della programmazione di interventi pubblici e privati per offrire risposte non effimere alla domanda di lavoro qualificato, in particolar modo per le nuove generazioni.
Tutto ciò viene anche confermato da una recente rilevazione, che attesta l’attenzione nazionale e mondiale sulla nostra Città, scelta come meta turistica tra le prime 5 città d’arte italiane, in concorrenza con quelle “blasonate” quali Firenze, Roma e Venezia.
I numeri di presenze senza dubbio molto positivi, ulteriormente aumentati nell’anno in corso, in prospettiva potrebbero essere ridimensionati se non si riesce a impedire che prevalgano alcuni trend negativi di un turismo consumistico di massa, che potrebbero stravolgere il delicato equilibro che caratterizza l’ecosistema storico-urbanistico-ambientalista della Città con i suoi Sassi, con l’altopiano della Murgia e delle Gravine, con i suoi rioni e borghi, con i suoi insediamenti produttivi e con il suo paesaggio rurale.
A partire dall’1gennaio 2020, quando i riflettori internazionali sulla nostra Città potrebbero diradarsi, si riproporranno in tutta la loro interezza e acutezza le questioni che hanno determinato l’inequivocabile ritardo nella programmazione degli interventi per la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi, la cui inadeguatezza e talvolta anche mancanza è in palese contrasto con le ambizioni di Capitale europea della Cultura.
Al di là delle iniziative culturali inserite nel nutrito programma approntato che sta animando l’espletamento del 2019, come abbiamo evidenziato nel DOSSIER “Matera 2019 – Capitale europea della Cultura: un’occasione perduta?”, la condizione complessiva di Matera ed in parte della Basilicata continua a presentare problemi irrisolti che ostacolano la rigenerazione della nostra terra e il riscatto delle nostre popolazioni.
Diventa quindi fondamentale ragionare con avvedutezza, scevra dall’euforia del momento, sulle le problematiche che continuano ad influenzare negativamente la condizione complessiva della Città di Matera e di tutta la Basilicata, sapendo che le molte aspettative suscitate dalla designazione a capitale della cultura per il 2019, avvenuta il 17 ottobre 2014, non hanno inciso positivamente sul reddito medio, disoccupazione, povertà, spopolamento ed emigrazione intellettuale, limiti purtroppo strutturali della nostra realtà socio-economica rispetto al panorama europeo, nazionale e per alcuni versi anche meridionale.
Occorre recuperare i ritardi maturati in questi anni e costruire comunque le condizioni perché , a partire dal 1 gennaio 2020, la città di Matera, alla stregua di Marsiglia, Liverpool, ecc., designate quali Capitali europee della Cultura negli anni addietro, rappresenti un ulteriore esempio di città che ha saputo fare del rinnovamento urbano, della modernizzazione infrastrutturale e dal un processo di valorizzazione della cultura della città e del suo territorio come di quello provinciale, regionale in relazione con quello dell’intero Mezzogiorno, un fattore di crescita e sviluppo socio-economico reso disponibile anche grazie al dispiegarsi delle potenzialità delle nuove tecnologie.
Per il perseguimento dei nostri proponimenti, riteniamo focalizzare la nostra iniziativa di riflessione critica sull’esistente e sulle prospettive future che si dovrebbe esprimere nei prossimi mesi in distinti momenti su tre assi strategici :
Rioni Sassi e realtà urbanistica di Matera;
Programmazione, organizzativo e gestionale dei contenitori culturali;
Valorizzazione del patrimonio storico – artistico, archeologico, ambientale naturalistico e paesaggistico.
Scheda problematiche che riguardano l’Archivio di Stato di Matera
L’Archivio di Stato di Matera è attivo da 63 anni. I primi passi li ha mossi nel 1955.
Con il grande patrimonio documentale custodito rappresenta uno dei punti forza della memoria del territorio che potrebbe sviluppare uno straordinario senso delle radici e dell’identità della Città di Matera e della sua provincia.
Ciò attraverso una direzione precisa, che è quella di tradurre uno sforzo condiviso da una vasta comunità di ricercatori, studiosi e tecnici, in ricchezza.
Una ricchezza apparentemente immateriale, ma pur sempre con l’intento di mettere a valore le risorse disponibili con lo sguardo rivolto al futuro.
Un presidio importante che nei suoi circa diciotto chilometri lineari di scaffali condivide un patrimonio costituito da oltre centomila documenti archivistici.
Si tratta di un impegno che richiede un notevole sforzo e una gestione attenta che, però, da qualche anno a questa parte ha iniziato ad avvertire gli effetti di una crisi in termini di contrazione della spesa.
Un risparmio che non consente da tempo il puntuale pagamento dell’affitto dell’immobile di privati – l’attuale sede in via Tommaso Stigliani – in cui si svolge un servizio, è il caso di sottolinearlo, pubblico.
Problemi di puntualità che si riverberano anche sul saldo delle bollette di luce, acqua e gas indispensabili e, di più, incide sulle necessarie attività di pulizia affidate a una ditta esterna.
Anche l’impianto fonico e il complesso delle dotazioni telematiche avvertono gli effetti di un naturale invecchiamento tecnologico che andrebbe adeguato per snellire le funzioni quotidiane dell’Archivio.
Sullo sfondo di queste lacune, permane uno stato d’incertezza ormai antico relativamente alla provvisorietà della sede moderna ed efficiente degna del patrimonio che custodisce da 63 anni.
Sono anni che si discute di una nuova ed efficiente ubicazione dell’Archivio in uno dei tanti contenitori pubblici ormai vuoti ex (sede Università della Basilicata di Via Lazzazzera, ex sede del Genio Civile di Via Passarelli, ex stabile della Scuola Media “Alessandro Volta” di via Lucana in connubio con il Museo archeologico nazionale “Domenico Ridola” e il vicino Palazzo Lanfranchi quale super polo culturale di Matera e del territorio provinciale).
Tutte soluzioni che non hanno trovato alcun seguito concreto e risolutivo, almeno a livello di discussione e confronto, perché a volte solamente accennate senza che ci fosse realmente una progettualità adeguata e finanziata.
Altra priorità è quella di incrementare il personale in servizio e, in prospettiva, di dotarlo di una figura dirigenziale, ma anche di professionalità specifiche utili a rendere snelle e sempre più proficue le attività archivistiche e, soprattutto, per sopperire alla riduzione fisiologica legata a tanti pensionamenti già avvenuti e ormai prossimi.
Per non limitare il discorso alle oggettive carenze che frenano le attività di questa istituzione, va riconosciuta la fattiva collaborazione del personale nei confronti dell’utenza, specialmente se alle prime armi. Un dovuto riconoscimento non certo solamente delle ragioni che legano la città di Matera a dinamiche culturali ormai del tutto evidenti, oltre che celebrate a livello europeo. Ma per il pressante bisogno di promuovere in chiave collettiva il rafforzamento di quelle radici che da sempre si oppongono a spinte tese a disgregare e quasi a liquefare l’anima di questa piccola ma fiera comunità del Mezzogiorno.
La fotogallery dell’evento (foto www.SassiLive.it)