Con l’etichettatura di origine si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la meta’ delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta. E’ quanto fa sapere Coldiretti Basilicata in merito al via libera al decreto che introduce in etichetta l’indicazione obbligatoria dell’origine per i prodotti lattiero-caseari. “Si tratta anche di un importante segnale di cambiamento –evidenzia Piergiorgio Quarto, presidente di Coldiretti Basilicata – anche a livello comunitario dove occorre proseguire nella battaglia per la trasparenza”. Ben 1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro formaggi e yogurt che – sottolinea Coldiretti Basilicata – e’ garantita da livelli di sicurezza e qualita’ superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari piu’ estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. “L’obbligo di indicare l’origine in etichetta- sottolinea Quarto – salva dall’omologazione l’identita’ di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perche’ realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversita’ delle razza bovine allevate a livello nazionale. La norma, inoltre, valorizza il progetto integrato di filiera ideato da Coldiretti che vede una filiera del latte tutto lucano, con capofila ‘Fattorie Donna Giulia’ insieme ad imprese zootecniche di alto livello materane e potentine”. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica di Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. “L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco – precisa Francesco Manzari, direttore di Coldiretti Basilicata – e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello comunitario – conclude Manzari – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto”.
Dic 10