“Si tratta di una concreta risposta alle nostre sollecitazioni per sostenere tante aziende agricole sull’orlo del fallimento a causa dei prezzi di vendita dei propri prodotti al di sotto dei costi di produzione” ha affermato il Presidente Regionale della Coldiretti di Basilicata nonché membro di Giunta Nazionale dell’Organizzazione Piergiorgio Quarto, nel commentare positivamente l’annuncio di una moratoria sui debiti fatto dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina in occasione della firma con Abi dell’intesa per sostegno finanziario agli allevamenti da latte, ma prevista anche per gli altri settori dell’agroalimentare.
Se con il venir meno degli accordi sul latte il settore rischia ora di essere in balia delle inique offerte dell’industria, la situazione dei prezzi in campagna – sottolinea la Coldiretti – sta assumendo toni drammatici con crolli che vanno dal -43% per cento dei pomodori al -27% per il grano duro fino al -30% per le arance rispetto all’anno scorso.
Le principali cause delle criticità del settore lattiero-caseario:
1. Dopo l’abolizione delle quote latte, voluta dai Paesi del Nord Europa e purtroppo anche da alcune organizzazioni italiane come Assolate o gruppi di allevatori, in Europa si è verificato un aumento della produzione del latte, che ha assunto percentuali altissime (in Olanda e in Irlanda ben al di sopra delle due cifre percentuali, in Italia nei primi mesi dell anno si stima un aumento del 5 %);
2. Il perdurare dell’embargo russo; la Russia assorbiva molti prodotti caseari che ora trovano molte difficoltà a ricollocarsi in mercati alternativi entrando in concorrenza con le produzioni di Paesi quali la Nuova Zelanda ( che esporta il 90% ) o USA
3. Il ridimensionamento dell’ import di Cina, Africa e Medio Oriente.
Nonostante tali situazioni, i consumi interni “tengono” (in calo solo il latte alimentare) e soprattutto sono stabili i prezzi alla distribuzione.
Per gli allevamenti le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) sono scese al di sotto della linea di 1,20 centesimi al chilo che non copre neanche i costi della razione alimentare cosi come i bovini da carne che sono pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa. “La moratoria da sola non basta a risolvere i problemi. Bisogna impegnarsi sul piano comunitario per ottenere l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per i derivati da carne e latte come ha chiesto ora anche la Francia”, ha concluso Quarto, nel sottolineare la necessità di “impedire che salumi e formaggi ottenuti con carne e latte stranieri siano spacciati per italiani con grave danno per i consumatori e gli allevatori”. Secondo uno studio della Coldiretti due prosciutti su tre venduti come italiani, sono provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle.