Mentre nell’ultimo triennio, le imposte e le tasse di Regione, Province e Comuni, pagate dai lucani, hanno subito, in media, un aumento del 6% e la spesa corrente ed improduttiva è in continuo aumento, l’unico risparmio è avvenuto nella spesa per il personale. In Basilicata, la spesa per il personale nel comparto sanità ha subito tra il 2012 e il 2014 un decremento del 5,3% (da 39,9 euro pro-capite del 2012 a 36,4 del 2014); quella per il personale delle Province è diminuita dell’8,1% (da 69 euro pro-capite 2012 a 62 attuali); quella dei Comuni del 4,6% (da 237 euro 2012 a 226 attuali). Sempre in aumento invece la spesa corrente: nelle Province da 238 euro pro-capite del 2012 a 245 del 2014; nei Comuni da 822 pro-capite 2012 a 830 de 2014. La tendenza è invertita solo in Regione con una spesa pro-capite per il personale pari a 76 euro contro i 77 euro pro-capite del 2012.
Ciò significa, spiega Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL che ha curato il Rapporto- che nell’ultimo anno mediamente gli italiani hanno pagato, per tasse locali, 966 euro pro capite, neo nati compresi, con un aumento di 54 euro rispetto al 2012, quando mediamente l’esborso è stato di 912 euro. Nello specifico, continua Loy, tra il 2012 e il 2014, l’Addizionale Regionale IRPEF è aumentata dell’11,6%; il Bollo Auto del 12,6%; l’IMU e TASI del 2,2%; l’Addizionale Comunale IRPEF del 16,5%; la Tariffa Rifiuti del 2,8%; le imposte e tasse provinciali (RC Auto, IPT e TEFA) dell’1,7%. Ma a beneficiarne, non sono stati i lavoratori e le lavoratrici del settore. Tale risultato, commenta Loy, è dovuto, oltre al gravissimo rinvio dei rinnovi contrattuali, con il blocco delle retribuzioni individuali ferme al 2010, anche al blocco del turn over.
I dati oggetto dell’analisi – sottolinea la Uil – dimostrano come il carico fiscale a livello locale sia in costante aumento e abbia raggiunto i livelli di guardia. Il Governo farebbe bene a stanziare risorse “vere” per il rinnovo dei contratti dei lavoro.
Il segretario regionale Uil Carmine Vaccaro rilancia la concertazione territoriale al fine di “evitare che la sovrapposizione di fiscalità e il mancato controllo delle tariffe rendano incoerente la politica dei redditi, avviando confronti con Regione, Province e Comuni. Sul fisco locale, continua il segretario UIL, servono certezze, perché con cambi di nome, di regole di scadenze, oltre che ad aumentare il peso fiscale si disorientano i contribuenti, partendo dal peso dell’IMU-TASI e delle Addizionali Comunali IRPEF che in Basilicata (246mila contribuenti) è pari al 13,1% sul totale del gettito dell’IRPEF nazionale. Motivi più che sufficienti – conclude Vaccaro – per rilanciare la vertenza “fisco equo” e contrastare i continui tentativi di trasformare Regioni e Comuni in “odiosi” esattori delle tasse. In questo modo, i lavoratori degli enti territoriali sono penalizzati due volte, dal mancato aumento contrattuale e dagli aumenti delle tasse locali.