Il Coordinatore territoriale F.S.I., Giampaolo Mecca, ha inviato una lettera aperta al Direttore Generale ARPAB e al Personale dell’ARPAB. Di seguito il testo integrale.
Oggetto: Situazione interna Arpab.
Correva l’anno 2016 allorquando, sulla spinta di un crescente malcontento delle popolazioni lucane, in particolare della Val D’Agri, La Giunta Regionale di Basilicata scoprì l’esistenza di una vera e propria “emergenza ambientale” da affrontare con atti straordinari tra i quali il ricorso al lavoro interinale per l’Arpab.
Sin dal momento della pubblicazione del bando per l’individuazione della Società cui attribuire l’incarico di fornire il personale somministrato, la FSI-USAE, unico tra i sindacati firmatari del CCNL e/o presenti in Arpab, con comunicati stampa diffusi nel settembre del 2016, faceva presente che il ricorso al lavoro interinale non avrebbe portato a nulla di buono e che, per fronteggiare la cosiddetta emergenza ambientale, occorrevano interventi più concreti e soprattutto legittimi.
Ritenevamo e riteniamo infatti: 1) che non vi fossero i presupposti normativi di discontinuità, periodicità ed urgenza necessari per il ricorso al lavoro interinale; 2) i lavoratori assunti con contratti somministrati, in quanto dipendenti di una società privata di somministrazione di lavoro, non avrebbero potuto avere compiti di vigilanza ed ispettivi (eppure la richiesta di lavoro somministrato nell’ambito del Piano Industriale Masterplan era finalizzata, ai sensi della DGR n. 1101 del 28/09/2016, al potenziamento dei controlli ambientali, che rientrano sicuramente nelle attività di vigilanza ed ispezione); 3) il tetto massimo di contratti di somministrazione (7 % fino al 21.05.2018 e 20% dal 22.05.2018) applicabili in rapporto al numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato, non avrebbe mai consentito di assumere, legittimamente, il numero di lavoratori previsti dal Masterplan; 4) la condizione di precarietà, propria del lavoratore somministrato, mal si sarebbe conciliata con il delicato compito del preposto al controllo ambientale che, di contro, ha la necessità per svolgere il proprio lavoro con autonomia e trasparenza e, quindi, di non essere sottoposto continuamene al ricatto di un mancato rinnovo del proprio contratto; 5) ma, soprattutto, il ricorso al lavoro somministrato, in considerazione della attività per le quali se ne faceva uso, si sarebbe inevitabilmente palesato come un goffo tentativo di aggirare il principio costituzionale che stabilisce il concorso pubblico quale unica modalità di accesso agli impieghi pubblici.
Nonostante le più che fondate motivazioni esposte dalla FSI-USAE, la Giunta Regionale e la Direzione dell’Arpab sono andate tranquillamente avanti per tre anni nelle procedure e nelle assunzioni di personale somministrato, salvo poi, probabilmente in conseguenza della reintroduzione del reato di “somministrazione fraudolenta” di manodopera, operata con il D.L. 18.07.2018 n. 87, nonché di diverse ispezioni effettuate in ARPAB dalla Guardia di Finanza e dall’Ispettorato del Lavoro, cercare un tardivo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
La FSI-USAE, nel riaffermare il principio del concorso pubblico per l’accesso al pubblico impiego, rimane fermamente convinta delle gravi violazioni di legge e di contratto operate col progetto Masterplan e dopo averle esplicitate nelle prime riunioni tenutesi nei mesi di dicembre 2018 e gennaio 2019, ha deciso di non partecipare più alle riunioni che, testardamente, il Direttore Iannicelli continuava a convocare per poi sottoscrivere accordi, anche questi palesemente illegittimi, con minoranze sindacali (1 RSU su 7) e sindacati compiacenti.
Vorremmo infine ricordare la Dott. Iannicelli, pagato in quanto Direttore Generale dell’ARPAB, che i lavoratori del comparto dell’ARPAB, per i quali è stato sottoscritto il CCNL il 21 maggio 2018, sono ancora in attesa del contratto decentrato che è stato più volte sollecitato dalle sigle sindacali e per la discussione del quale si riformula richiesta di convocazione urgente.