La Felsa Cisl torna sulla vicenda dei lavoratori somministrati dell’Arpab per sollecitarne la stabilizzazione. In una nota Luana Franchini e Nicola Labanca, della segreteria regionale, sostengono che “la proroga dei contratti di somministrazione è un atto positivo e responsabile. Questo percorso deve proseguire con le modalità che si stanno realizzando in ogni regione italiana, sia nel settore pubblico che in quello privato”. Per i due sindacalisti “sono numerosi gli accordi favoriti dalla trattativa sindacale di proroga e stabilizzazione dei lavoratori somministrati. Non vogliamo che la Basilicata faccia eccezione in un contesto nazionale, sindacale e normativo che solo nell’ultimo anno ha realizzato innumerevoli accordi di stabilizzazione dei lavoratori somministrati, che – ricordiamo – sono lavoratori che devono godere di tutela e attenzione al pari di tutti i lavoratori, per fare in modo che la somministrazione non diventi un perenne limbo di lavoro strutturalmente precario, per giunta sotto gli occhi delle parti sindacali”.
Nella nota la Felsa Cisl Basilicata ricorda che “il somministrato ha con l’utilizzatore, ossia la pubblica amministrazione, non un rapporto di lavoro formale, ma un rapporto di natura sostanziale, stanti i poteri di controllo e direzione riconosciuti in capo all’utilizzatore, per cui non si può definire il rapporto di lavoro di somministrazione svolto nel pubblico come un rapporto di lavoro ascrivibile al settore privato. Al fine di valorizzare l’esperienza lavorativa svolta e favorire percorsi di stabilizzazione lavorativa e la continuità occupazionale dei somministrati – prosegue la nota – l’art. 20 del D. Lgs. n. 75/2017 al comma 2 prevede di stabilizzare il personale precario diverso da quello assunto con contratti a tempo determinato, ma titolare di un contratto di lavoro flessibile, inclusi i somministrati. Pertanto, il servizio prestato dal lavoratore somministrato presso una pubblica amministrazione può essere considerato quale servizio utile ai fini della maturazione delle 36 mensilità di servizio necessarie per accedere alle procedure di stabilizzazione”.
“In virtù di questo principio si cita – solo perché ultimo in ordine di tempo – il bando di concorso dell’Agenzia per il lavoro della Regione Veneto che prevede una riserva per coloro che hanno lavorato ‘presso l’agenzia per effetto di contratti di somministrazione sottoscritti dal candidato in cui Veneto Lavoro risulti soggetto utilizzatore’. La Felsa, in coerenza con l’azione sindacale portata avanti in tutte le regioni italiane – scrivono Franchini e Labanca – difenderà in ogni sede il principio della stabilizzazione dei lavoratori somministrati e, nel caso dell’Arpab, il sostegno ad azioni volte alla continuità occupazionale dei somministrati presso l’Agenzia nella realizzazione del Masterplan, che è parte integrante e rafforzativa dei compiti istituzionali dell’Agenzia, per fare in modo che un prezioso e qualificato patrimonio di competenze maturate nel settore non vada disperso, anche a danno dell’efficienza e dell’economicità delle procedure, oltre che della dignità e dei sacrifici di questi lavoratori, per cui da un certo periodo in poi si rischia di azzerare la loro esperienza lavorativa e il loro contributo qualificato per il funzionamento dell’attività dell’Agenzia”.