Lavori Total, Giordano (Uglm): “Quale occupazione per i lucani?. “La diffida a garantire occupazione locale e trasparenza negli appalti rivolta da Cgil, Cisl, Uil alla Total ed alla luce delle diverse prescrizioni del CIPE e delle attuali norme sulla legalità e trasparenza previste per lavori come quelli di costruzione del sito estrattivo di Tempa Rossa, ripropone la situazione dall’Ugl denunciata in tante occasioni contro la pratica scelta dalle compagnie estrattive per le assunzioni di manodopera, che non tengono per niente conto dei disoccupati dei Comuni lucani. Alle estrazioni petrolifere nei nostri territori si faccia presente che oggi, oltre alla poca trasparenza dei danni sull’impatto ambientale, nulla di propositivo è stato registrato su diversi annunciati progetti che si segnalavano di nuove assunzioni, non soltanto in ambito locale ma per la loro validità per la possibilità di formare, ‘sul campo’ professionalità locali che potessero rappresentare un sicuro ‘investimento’ anche in prospettiva futura”.
E’ quanto precisa Giuseppe Giordano, segretario regionale dell’Uglm Basilicata per il quale, “se pur all’Ugl non è mai stata data possibilità di essere partecipe ai diversi memorandum sul petrolio, oggi ci si rende conto che per la ‘spartizione’ di lavoro locale in quell’area geografica della Basilicata, nulla si è fatto e poco beneficio se ne è registrato. L’Ugl Basilicata, ha sempre chiesto, invanamente, ai vertici Istituzionali della Regione che si vigilasse in maniera seria e consona affinché dopo lo ‘scippo’ del petrolio da parte della compagnie estrattive, potesse avvenire anche la delusione delle promesse di quelle assunzioni che dovevano effettuare per l’ampliamento delle nuove estrazioni. Trasparenza – continua Giordano -, si tenga conto delle migliaia di disoccupati della Basilicata assumendo attraverso i Centri per l’Impiego. Questo è l’unico strumento per prevenire una sorta di guerra tra poveri tra Comuni lucani con la definizione di un ‘Piano straordinario per l’occupazione’. Si vada avanti – conclude il segretario Giordano – con l’obiettivo di incentivare una riduzione del costo delle imprese per l’assunzione stabile di lavoratori, con precedenza per determinate categorie particolarmente a rischio di esclusione dal mercato del lavoro (giovani, donne, lavoratori in mobilità), contribuendo, con uno strumento di agevolazione fiscale, a ridurre l’ingente pressione fiscale che grave sulle imprese giacenti in Basilicata”.
Autilio: bonus assunzioni e coinvolgere centri per l’impiego
“La diffida a garantire occupazione locale e trasparenza negli appalti rivolta da Cgil, Cisl, Uil alla Total ripropone, in fotocopia, la situazione che ho denunciato in tante occasioni contro la pratica scelta dall’Eni per le assunzioni di manodopera, che non tiene conto, se non in percentuale minima, dei disoccupati dei Comuni della Val d’Agri. Gli strumenti che ho indicato e che, nella sostanza, sono identici alle proposte sindacali sono essenzialmente due: rafforzare i Centri per l’Impiego dei due comprensori petroliferi, ad oggi “bypassati” da Eni e Total; istituire un ‘bonus’ da destinare alle imprese che procedano ad assunzioni di manodopera attraverso i Centri per l’Impiego”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Antonio Autilio per il quale “dopo l’iniziativa avviata dall’Upi (Unione Province Italiane) con l’ìmpegno diretto della Provincia di Potenza anche tra le Regioni come la nostra c’è sicuramente maggiore consapevolezza sulla imprescindibile necessità di rilanciare compiti e funzioni delle strutture pubbliche di collocamento. Lo stesso Governo Letta ed in particolare il Ministro Giovannini hanno annunciato di voler procedere ad una riforma dei Centri per l’Impiego gestiti dalle Province che in Italia sono oltre 550, con circa 6.600 persone tra dipendenti ed esperti che svolgono nel Paese le funzioni di erogazione dei servizi per l’informazione, l’orientamento e l’inserimento al lavoro. Si tratta di esperienze sui territori provinciali molto differenti tra loro ma riguardanti poco meno di un disoccupato su due che riceve servizi diversi dalle agenzie private, e oltre all’intermediazione del lavoro si occupano pure di assistere i disoccupati per l’erogazione dei sussidi e svolgono tutti gli adempimenti necessari per aziende e lavoratori al momento dell’assunzione. A livello regionale, la quota di persone in cerca di lavoro che si sono rivolte a un servizio pubblico per l’impiego supera l’80% nella maggior parte delle regioni meridionali (anche se la percentuale è al di sotto in Basilicata), con l’aggiunta della Toscana (81,4%). Se dunque c’è innanzitutto un atteggiamento di diffidenza e sfiducia da parte dei disoccupati meridionali in generale nei confronti dei Centri per l’Impiego che va superata con più efficaci servizi di consulenza-orientamento, è questo l’unico strumento per prevenire una sorta di guerra tra poveri tra Comuni limitrofi della Val d’Agri, sia Alta o Media, e del Sauro, perché come rilevano gli stessi sindaci con la definizione di un ‘Piano straordinario per l’occupazione’ in Val d’Agri ci sono le opportunità, a breve periodo, per alcune centinaia di posti di lavoro stabili e con il Piano pluriennale per il lavoro ci dovrà essere un numero sicuramente superiore”.
Nel ricordare di aver segnalato in più occasioni “la situazione relativa alla scarsa incidenza di manodopera locale che rappresenta meno della metà della forza lavoro complessiva (secondati dati Eni dello scorso anno,140 dei 289 occupati diretti, e il 48,60 per cento dei 2.101 occupati indiretti, di cui 32,51 per cento residenti in Val d’Agri e 16,9 per cento residenti invece negli altri comuni lucani), per non parlare dei lavori precedenti nel Centro Oli con l’impiego di centinaia di operai stranieri” Autilio sottolinea che “è necessario affermare due principi: l’impiego di manodopera locale nelle attività estrattive di petrolio e l’incremento delle imprese lucane nelle commesse Eni e Total”.“Il Contratto di Sito per l’area industriale di Viggiano, e l’attuazione al Memorandum d’Intesa per il petrolio – conclude – sono altri due opportunità per garantire gli attuali livelli occupazionali nel settore delle attività petrolifere, scongiurando licenziamenti ad opera di aziende che hanno portato a termine le commesse ottenute dall’Eni, per superare situazioni di precariato e contribuire ad ampliare l’offerta di lavoro diretto e indotto in Val d’Agri, come sollecitato da Cgil, Cisl, Uil, anche quale primo passo necessario ad avviare l’istituzione del Distretto energetico lucano”.