Lavoro e Mezzogiorno, appello dell’Anpi Basilicata a istituzioni nazionali ed europee. Di seguito la nota integrale.
La Presidenza nazionale dell’ANPI ha assunto l’appello dell’Anpi Basilicata teso a mobilitare le Istituzioni Nazionali ed Europee sull’emergenza lavoro nel mezzogiorno, al fine di evitare l’accentuazione del divario socioeconomico nord-sud e fermare un flusso migratorio persistente che ha coinvolto 2 milioni di meridionali negli ultimi anni.
L’Italia del post-pandemia dovrà ispirarsi alla solidarietà, alla cooperazione, alla reciprocità, alla giustizia sociale e alla ricostruzione di una rete di condivisione unitaria assumendo i principi di uguaglianza sanciti nella costituzione come riferimento imprescindibile per tutti. Tra le innumerevoli vertenze aperte nel Mezzogiorno, quella sul futuro riassetto di Stellantis rischia di ripercuotersi drammaticamente su aree già in forte affanno e alle prese con uno Stato che chiude uffici, ridimensiona la propria presenza e si concentra in città sempre più lontane, distratte ed indifferenti. Taluni opinionisti in servizio permanente effettivo con i gruppi finanziari del Nord italiano ed europeo, stanno confondendo la lotta avviata dalle comunità lucane alla stregua della cavalleria polacca che nel settembre del 1939 affrontò con cavalli e sciabole i carri armati di Hitler. Come a dire che al cospetto di una globalizzazione che impone la vittoria a tavolino per il più forte non c’è margine possibile per capovolgere una sorte segnata. Meglio rassegnarsi, rinunciare a lottare e preparare le valige.
Pur restando nella loro metafora, sommessamente ricordo che l’Armata Polacca attraversando la Russia e l’Iran continuò a resistere contro i nazisti, tanto da partecipare alla liberazione italiana e issare il 18 maggio del 1944 la bandiera della Polonia sui ruderi dell’Abbazia di Montecassino. Non fu semplice e in pochi ricordano questa pagina di storia o visitano il cimitero militare polacco in cui riposano le spoglie di migliaia di caduti per la libertà, ma confondere la protervia del più forte con l’ineluttabilità della sconfitta non sempre ha portato fortuna alle Cassandre del movimento operaio.
Il Governo non può e non deve rimanere inerme al cospetto di una vertenza che il Sud deve saper condurre unendo Istituzioni, comunità locali e lavoratori. In gioco ci sono insieme a decine di migliaia di posti di lavoro anche le prospettive di centinaia di piccoli comuni che difenderanno strenuamente il proprio diritto al futuro.