Lavoro irregolare, Tortorelli (Uil): “Valutazioni e proposte sulla bozza del Piano nazionale per la lotta al sommerso 2023-2025”. Di seguito la nota integrale.
“Con un’irregolarità verificata in Basilicata dagli uffici di Potenza e di Matera dell’Ispettorato del lavoro, in base agli accertamenti delle ispezioni effettuate, pari al 53% (2021) la bozza del Piano nazionale per la lotta al sommerso 2023-2025, pervenuta ai sindacati in tempi ristrettissimi, senza confronto preventivo e approfondito, richiede valutazioni e modificazioni. Riteniamo che il Piano nazionale, calato nelle specifiche realtà regionali, dovrebbe rappresentare uno strumento strategico per contrastare tutte le varie forme di irregolarità lavorativa presenti nel nostro mercato del lavoro, molte delle quali si traducono anche in violazioni sulla legislazione in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. E’ quanto afferma il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli ricordando i dati della Basilicata: su 2.268 ispezioni definite, 1.204 (il 53%) sono risultate irregolari. La situazione più allarmante è ancora nel comparto edilizia con 803 ispezioni e 513 irregolari (63,8%); a seguire l’industria (52,6% di irregolarità), terziario (50,1%) e agricoltura (38,5%). Anche sul tema della salute e sicurezza i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sono emblematici: il tasso di irregolarità riscontrato è dell’83%. “Non crediamo vi sia bisogno di aggiungere altri dati se non – dice il segretario Uil – che tutti insieme, Istituzioni nazionali e locali e parti sociali, dobbiamo impegnarci per estirpare questo fenomeno del nostro sistema produttivo e lavorativo. Nel merito delle 4 azioni in cui si articola il Piano, ne troviamo alcune condivisibili, mentre altre meritano di essere maggiormente approfondite. Sicuramente apprezziamo la costruzione della banca dati e la prevista interoperabilità tra i singoli sistemi in quanto lo riteniamo un asset strategico e rispondente alle sollecitazioni che negli anni abbiamo più volte sollevato, anche se sarebbe opportuno prevedere il coinvolgimento delle ASL per i Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPRESAL) che fanno un lavoro congiunto come previsto con decreto dal 2020 ed in relazione anche alla rilevazione degli infortuni nei pronti soccorsi. A nostro avviso – dice Tortorelli – vanno varati dei criteri di qualificazione delle imprese, una sorta di “patente a punti”, come prevista attualmente dal nostro codice della strada, che premia le imprese che rispettano le disposizioni normative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, e che si distinguono per l’impiego di manodopera regolare e per l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Pur apprezzando l’aumento delle ispezioni, non vediamo i risultati efficaci nei riguardi della diminuzione degli infortuni ( ci chiediamo se è un problema di metodo). Per questo serve un confronto e bisogna rilanciare il ruolo del CLES provinciale ( comitato per il lavoro e la sicurezza). Inoltre, sarebbe utile estendere anche al settore agricolo, adattandolo alle specificità del comparto, il sistema della congruità della manodopera impiegata messo in atto nel settore edile. Del tutto inaccettabile, invece, la previsione della reintroduzione dei vecchi voucher per il lavoro domestico in quanto non riteniamo essere questa la strada giusta per contrastare il sommerso siamo assolutamente contrari ad una deregolamentazione del mercato del lavoro attraverso l’ampliamento del campo di applicazione delle prestazioni di lavoro occasionale come prospettato dalla manovra di Bilancio. Non sono i voucher a far emergere il nero, bensì un più efficiente ed efficace sistema di controlli e sanzioni ed una maggiore diffusione della cultura della legalità”.