La Basilicata ha gli stipendi più bassi d’Italia. Il dato è stato reso noto dalla decima edizione del Geography Index dell’Osservatorio JobPricing, che raccoglie i dati sulle retribuzioni dei lavoratori nel settore privato. La Basilicata nello specifico precipita a 84,8 punti (da 84,5 dell’anno prima), posizionandosi ultima in tutto lo stivale, con un forte gap che in generale riguarda il Mezzogiorno rispetto alle regioni del Nord.
“È l’emergenza del lavoro povero che sta dilagando nella nostra regione – afferma il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega – figlio della precarietà e delle gravi crisi che stanno attraversando diversi settori, dall’industriale al manifatturiero fino al turismo e ai servizi. Esiste in Basilicata una desertificazione industriale e socioeconomica senza precedenti in Basilicata, per questo rivendichiamo senza retorica una politica giusta, una politica che pensi al lavoro, al welfare, alla sanità, all’istruzione e non li penalizzi, come invece sta facendo il Governo Meloni con questa manovra di bilancio.
Le statistiche dicono che in Italia i lavoratori sono i meno pagati d’Europa, perdendo negli ultimi venti anni il 33% del potere di acquisto. Ci sono 4,6 milioni di persone in Italia, di cui il 74% donne, che sono obbligate a fare il part-time involontario e non arrivano a 11 mila euro lordi all’anno”.
Per Mega “è dal rinnovo dei contratti, dalla questione salariale e dal grande tema dalla povertà che bisogna ripartire.
Una tragedia – aggiunge – che noi vediamo direttamente nei nostri figli, ragazzi del sud che emigrano al nord e che pur lavorando non riescono a far fronte al costo della vita, vivendo in una condizione di miseria e di povertà. E quindi generazioni che non hanno scelta, ingabbiati in una prospettiva senza futuro al Mezzogiorno quanto nel resto del Paese, scegliendo sempre più spesso di emigrare all’estero e con loro le famiglie d’origine.
Continuiamo a perdere abitanti. Secondo gli ultimissimi dati Istat del 16 dicembre la Basilicata è la regione d’Italia che perde il maggior numero di abitanti nel 2023, con un picco del -8,1 per mille. Sempre secondo le previsioni Istat al 2050 saremo -22,5%, il dato più alto del Mezzogiorno. In rapporto alla popolazione, la Basilicata è la regione meridionale con il più elevato tasso migratorio (-5,4%). Siamo la regione dove la crescita dell’occupazione giovanile è minore (+0,8%) e siamo i primi al Sud per calo demografico (-7,4‰). Sono dati Svimez, che certificano ulteriormente il nostro grido di allarme.
In questo contesto la Basilicata si trova in una condizione di arretramento spaventosa. Il recentissimo rapporto Svimez ci consegna una realtà drammatica: dal 2019 il PIL regionale è crollato del 5,7%, il peggior dato del Mezzogiorno e tra i più gravi d’Italia, con una Basilicata molto lontana dai livelli pre crisi. La Basilicata ha risentito di un calo dell’industria (-2,7%) più intenso di quello osservato per la media delle regioni del Mezzogiorno ed è l’unica regione italiana a registrare un calo dell’export tra il 2019 e il 2023 (-17,6%).
Un fenomeno quello migratorio – conclude Mega – che non vedrà mai la fine se non si mettono in pratica politiche attive del lavoro e non si garantiscono condizioni di vita dignitose attraverso l’esercizio di diritto universali quali quello alla salute, alla mobilità, all’istruzione, al libero accesso ai beni pubblici come l’acqua”.