“Il lavoro irregolare in Basilicata, secondo il rapporto aggiornato della Cgia di Mestre, sostanzialmente in linea con la stima dell’ufficio politiche territoriali della Uil, continua a rappresentare una quota tra il 12 e il 15%, per un totale di circa 50mila lavoratori interessati. E se nel periodo 2008-2012 si registra un calo è perché complessivamente è in calo del 5% il lavoro regolare sommato a quello “in nero”. Lo evidenzia il segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro che aggiunge: “l’altra faccia della medaglia del lavoro sommerso è costituita dalle tasse che mediamente vengono a mancare in Basilicata pari a 1.174 euro l’anno per ciascun residente e che quindi sono sottratte ad investimenti produttivi e sociali. Per un calcolo più preciso, secondo i dati del nostro Ufficio Uil, il valore aggiunto del sommerso da noi supera la quota di 1,5 miliardi di euro con una stima, limitata al gettito evaso, di circa 600 milioni di euro. E – precisa Vaccaro – parliamo sempre di numeri teorici perché anche a seguito della diminuzione delle ispezioni in azienda, nell’ordine di un 30% l’anno, i numeri reali non si conosceranno mai. Non so se, come sostengono autorevoli economisti, il sommerso costituisca realmente un vero e proprio ammortizzatore sociale, so solo che bisogna passare da impegni e documenti ad atti per la ridare piena dignità ai lavoratori irregolari e a quelli precari. Voglio ricordare in proposito – continua Vaccaro – che sindacati, imprese e Regione hanno da tempo individuato due strumenti essenziali: una normativa integrata per il contrasto al sommerso che abbia un profilo soprattutto di incentivazione a chi opera nel rispetto delle normative esistenti in materia di contratti di lavoro e di sicurezza sul posto di lavoro; l’ Osservatorio regionale sul sommerso e sulla sicurezza del lavoro che realizzi, di intesa con la Direzione Regionale del Lavoro, delle Entrate, dell’Inps e dell’Inail un “database unico” sulle imprese regionali titolari di contributi pubblici per facilitare i controlli.
La Uil di Basilicata ha sempre ritenuto che è indispensabile mettere in campo misure eccezionali, anche se provvisorie.
Tra le nostre la sperimentazione del contratto di ricollocazione per soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro e per una nuova occupazione, rivolgendo grande attenzione alla platea di soggetti ammessi agli ammortizzatori sociali in deroga individuati tra giovani e lavoratori di età media (under 45) o a profili professionali che presentano buone caratteristiche per la ricollocazione. Una proposta per sottrarre una platea di persone più esposte al lavoro nero”.
Per il segretario della Uil “i dati dimostranocome il sommerso sia ancora una metastasi e che, anche in un momento di crisi come questo, in cui si cerca di estendere tutele a chi ne è privo, non si può pensare di abbassare la guardia nei confronti di un fenomeno che produce violazione di diritti e tutele. I dati dimostrano che le politiche di contrasto al lavoro nero condotte negli anni scorsi, soprattutto con i contratti di emersione e le norme “chiusura cantiere”, hanno prodotto una diminuzione di questo fenomeno. Ma, al contempo, occorre continuare a prestare attenzione e a combattere i fenomeni di fittizi rapporti di lavoro e di elusione contributiva che si nascondono dietro il dato della crescita dei lavoratori irregolari. In proposito, ci preoccupa la significativa diminuzione dell’attività ispettiva”.
Ott 05