Le aree irrigue della Basilicata – che sono quelle che con l’agricoltura intensiva a maggiore reddito, 3200 aziende che producono il 70% del “fresco” (la prima regione d’Italia per produzione di fragole) e rappresentano da sole il 70% delle giornate lavorative e dell’occupazione in agricoltura – hanno necessità, specie a seguito della pandemia, di un riposizionamento a 360 gradi che coinvolge produzioni, mercati, innovazione, sicurezza alimentare. Da queste premesse ha preso le mosse il nuovo incontro-dibattito organizzato dalla Cia-Agricoltori a Potenza in modalità remota sul tema “Agricoltura intensiva, aree irrigue e cambiamenti climatici”. Dopo l’introduzione di Giannino Lorusso, presidente Cia Potenza che ha evidenziato criticità ed anticipato alcune analisi di riflessione, il coordinatore di Potenza e Matera Donato Distefano ha spiegato il percorso avviato dalla Confederazione in vista delle assemblee congressuali nazionale e territoriali che in Basilicata prevede lo svolgimento di 35 assemblee territoriali per aggiornare il Progetto “ll Paese-la Basilicata che vogliamo”. La nostra ambizione- ha detto – è quella, insieme ad elevare la qualità dei compiti e funzioni di rappresentanza, di assumere quella di proposta allargando la cooperazione con i centri di ricerca tra i quali l’Unibas e l’Alsia. Distefano ha quindi avanzato l’idea di un patto di consultazione permanente con l’Unibas. Il traguardo del percorso è la definizione di un nuovo modello di sviluppo facendo i conti con i cambiamenti climatici, fattore sempre più determinante in agricoltura.
Con 131mila ettari di superficie irrigabile, quasi il 14% dell’intera superficie agraria-forestale, la Basilicata si trova ad affrontare il problema dell’estensione dell’irrigazione come elemento essenziale di sviluppo. In dettaglio le aree suscettibili di irrigazione sono concentrate per più di un terzo nel Metapontino (48mila ettari tra fascia litoranea e pre-litonarea e terrazzi interni), nell’area Ofanto (32mila ettari), Alto Agri (8mila) e schemi minori interni (13mila) .
La nostra regione – sottolinea la Cia – possiede una grande risorsa non ancora sfruttata utilmente ed integralmente che è rappresentata dalla notevole disponibilità di acqua. I limiti della utilizzazione di questa risorsa sono strettamente legati alla delimitazione delle zone suscettibili d’irrigazione. Di qui le proposte di piani per l’utilizzazione delle acque dell’Ofanto, dell’Agri, del Sinni, del Cavone, del Bradano e Basento La necessità di realizzare grandi invasi, in conseguenza dei sempre più cresciuti fabbisogni di acqua per uso agricolo, potabile ed industriale, offre anche un decisivo contributo all’antico problema delle sistemazioni e conservazione del suolo. Invasare acqua nei serbatoi significa anche moderare le piene ed eliminare la causa principale dei “disturbi” dei corsi di acqua e nei terreni che attraversano. Per queste ragioni – spiega Donato Distefano – è opportuno tener presente che la spesa generalmente elevata per realizzare gli invasi riesce a produrre benefici e positivi effetti anche sulla conservazione del suolo e sulla conservazione del suolo e sula corretta regolazione dei flussi idrici. Il problema degli invasi e della reperibilità dell’acqua è così dibattuto e di così grande attualità ed importanza per Basilicata e Puglia che deve trovare una necessaria risoluzione di globale finanziamento sia pure ripartito in un periodo di tempo proporzionato alle crescenti necessità delle due regioni. In questa ottica agricoltura, ambiente e territorio sono i capisaldi di una nuova strategia di sviluppo e di benessere per la Basilicata. Al centro della strategia il coinvolgimento delle aziende agricole quali presidi sul territorio che possano mettere in campo la propria profonda conoscenza delle zone interessate e garantire all’occorrenza servizi agro-meccanici e di manutenzione locale. Per la Cia la riqualificazione fluviale si attua attraverso ii contratti di fiume e di paesaggio e l’istituzione alla Regione di un “tavolo permanente di gestione dell’acqua” per uso irriguo. Punto di riferimento del “pacchetto di proposte Cia” è il rilancio del Consorzio di Bonifica Basilicata perché – è stato sottolineato – non basta aver proceduto al consorzio unico che ad oggi sovrintende ad oltre 600 mila ha e può contare su oltre 100mila ha di superfici attrezzate e oltre 40mila ha di territori effettivamente irrigati. Oggi con sempre maggiore forza ed incisività è necessario riposizionare nel novero della più avanzata visione europea e funzionale la disciplina sulla gestione del suolo e della risorsa idrica ed esaltare istituti quali la sussidiarietà, la cooperazione solidaristica e la coesione dei territori per garantire la partecipazione attiva dei consorziati.
Tra le altre tematiche affrontate, la manutenzione e la bonifica montana per l’attività di mitigazione dei crescenti e dannosi fenomeni di cambiamenti climatici, il piano invasi e piani irrigui in ambito almeno di bacini idrografici omogenei, il ruolo sussidiario degli agricoltori e prestazioni agro-meccaniche a compensazione dei servizi irrigui; i contratti di fiume, foce e di paesaggio. Il filo conduttore: agricoltura, ambiente e territorio sono i capisaldi di una nuova strategia di sviluppo e di benessere per la Basilicata.
All’incontro sono intervenuti M.. Greco (Unibas, facoltà ingegneria), C. Mennone (Alsia – Asd Pantanello-Bernalda), C. Marcucci (direttore bonificazione – Regione Umbria), G. Musacchio (amministratore Cdb Basilicata), B. Dirollo (dip. Sviluppo Agro-alimentare e Territorio Cia), N. Stolfi (Gruppo 183 esperto in materie ambientali e climatiche). Particolarmente atteso l’intervento dell’amministratore CdB Musacchio che ha reso noto la candidatura di un progetto per 35 milioni di euro per la prima annualità del Pnrr finalizzato alla digitalizzazione della gestione dei servizi irrigui. Nel sottolineare la necessità di superare la disarticolazione di programmazione ed investimenti avvenuta nel passato, Musacchio ha espresso un giudizio positivo per la realizzazione di una Cabina di Regia al Dipartimento Infrastrutture della Regione per realizzare monitoraggio e coordinamento tra i soggetti responsabili. Nell’immediato – ha aggiunto – si intende accelerare gli interventi di manutenzione di dighe ed invasi per recuperare la capacità di invasare l’acqua. Per la Cia infine c’è la necessità di individuare priorità di interventi e quindi di spesa tra i programmi del CdB con cui approfondire il confronto, mentre la Cabina di Regia è un buon punto di partenza.