Pietro Simonetti ha inviato alla nostra redazione le iniziative promosse dalla Regione Basilicata per la lotta al caporalato.
Nell’ambito del tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, tenutosi oggi pomeriggio a Foggia, la vicepresidente della Regione Basilicata, Flavia Franconi, ha consegnato al ministro Luigi Maio una relazione contenente le buone pratiche della Basilicata.
DI SEGUITO LA RELAZIONE CONSEGNATA AL MINISTRO DI MAIO
Introduzione
La Regione Basilicata si trova ad affrontare il tema dell’immigrazione sotto un duplice aspetto: quello legato all’arrivo dei richiedenti asilo e quello costituito dalla numerosa presenza di lavoratori stagionali che per buona parte dell’anno vivono sul territorio regionale per lo svolgimento di attività agricole.
A tal proposito, manifestandosi quale regione accogliente, ha guardato con particolare attenzione al fenomeno, da un lato organizzando un sistema di accoglienza dei lavoratori immigrati per garantire una ospitalità dignitosa durante il periodo di permanenza sul territorio, dall’altro collaborando con tutti gli enti istituzionali preposti per favorire l’occupazione legale e sottrarre la manodopera agricola alle attività di intermediazione illecita dei cosiddetti caporali.
Quadro normativo e provvedimenti amministrativi
Sono stati attivati interventi rivolti a costruire un quadro normativo in linea con le nuove esigenze dettate da una situazione in continua evoluzione, articolando parallelamente, attraverso l’azione amministrativa, risposte concrete e immediate rispetto ai diversi problemi posti dell’accoglienza dei migranti.
In questo contesto sono da considerare le seguenti attività poste in essere dal Governo regionale:
• istituzione della Task force per il lavoro stagionale, con DGR n. 627 del 2014, che ha permesso di affrontare per la prima volta a livello regionale le problematiche dei lavoratori stagionali favorendo l’emersione del lavoro nero da un lato e la lotta al caporalato e consentendo dall’altro migliori condizioni di vita ai lavoratori stagionali che annualmente raggiungono il nostro territorio;
• istituzione dell’Organismo di coordinamento della Regione Basilicata in materia di immigrati e rifugiati istituito con DGR n. 182 del 2015 che sta svolgendo in modo efficace un ruolo di regia dei vari soggetti istituzionali che concorrono alle politiche sui migranti ed i rifugiati in Basilicata;
• DGR n. 690/2014 “Istituzione liste di prenotazione in agricoltura” per agevolare, attraverso le attività dei centri per l’impiego, l’incontro tra domanda e offerta nel settore agricolo.
• Tavolo di coordinamento regionale Prefettura Potenza avviato dal 16/12/14
• Legge regionale 13/2016 Norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini stranieri migranti e dei rifugiati”.
• Istituzione Coordinamento regionale per le politiche dell’immigrazione, presieduto dal Presidente della Giunta e composta dai rappresentanti di tutti i Dipartimenti regionali.
• Sottoscrizione protocollo Nazionale contro il caporalato Cura legalità Uscita dal Ghetto. Nell’ambito di tale protocollo viene organizzato, con fondi regionali, un sistema di accoglienza dei lavoratori extracomunitari stagionali, gestito dalla CRI. Sottoscrizione Accordo quadro attuativo del protocollo di cui al punto n.4 con le istituzioni ed i rappresentanti del mondo imprenditoriale, sindacale e del volontariato , presenti a livello regionale e firmatari del protocollo nazionale
Risultati raggiunti
In relazione alle attività di contrasto al lavoro irregolare e al sistema di reclutamento illegale della manodopera nel settore agricolo, dal 2014 la Regione ha organizzato con proprie risorse e con il coinvolgimento di tutti i soggetti sottoscrittori del protocollo, un sistema di accoglienza attraverso l’utilizzo di un immobile di proprietà ubicato nell’area di Palazzo San Gervasio, destinato al ricovero momentaneo dei lavoratori che transitano nell’area dell’alto bradano. Nella struttura sono presenti tutti i servizi essenziali di prima necessità, oltre che un ambulatorio medico che fornisce assistenza tutti i giorni escluso il sabato e la domenica dove è previsto l’intervento della guardia medica e del 118. All’interno della struttura è attivo altresì uno sportello del centro per l’impiego per consentire ai lavoratori di iscriversi alle liste di prenotazione al lavoro agricolo, istituite con delibera di Giunta nel 2015, al fine di agevolare l’incontro domanda offerta di lavoro. L’operatore è abilitato ad effettuare le procedure per l’avvio al lavoro sulla base delle richieste di manodopera provenienti dalle aziende operanti nel settore. Lo sportello ha la finalità di favorire la iscrizione in loco nelle liste di prenotazione di cui alla DGR 690/2014 e fornire contestualmente ai datori di lavoro la certezza di poter disporre in qualsiasi momento delle maestranze occorrenti per la raccolta di un prodotto facilmente deteriorabile.
Dal 2014 al 2017 sono stati ospitati nella struttura oltre 1600 migranti a fronte dei 4500 migranti che risultano assunti nell’area bradanica.
Molti dei lavoratori che non hanno richiesto l’accesso alla struttura regionale hanno trovato una sistemazione autonoma, altri hanno di contro continuato a occupare abusivamente casolari disabitati presenti nella zona o in insediamenti abusivi appositamente organizzati in concomitanza del loro arrivo dalle regioni contigue. Nel corso di questi anni si è registrata però una forte riduzione del numero di lavoratori che hanno scelto di risiedere in alloggi di fortuna anche in considerazione del fatto che, di concerto con le forse dell’ordine e con la Prefettura di Potenza, è stato eseguito lo sgombero del ghetto di Boreano, da sempre punto di riferimento per coloro che si accingono a prestare la propria attività nella zona del bradano.
Per il 2018 è stata appena avviata l’accoglienza, visto il ritardo della maturazione del prodotto, ma si hanno buoni motivi per ritenere che la richiesta di alloggio sarà decisamente alta visto che il primo giorno si sono già presentati alla struttura 150 migranti. Ciò dimostra che si sta operando nella giusta direzione e che il centro sta diventando un punto fermo di riferimento per quanti lavorano nella zona.
Occorre evidenziare, per completezza di informazione, che nei primi anni di attività del centro era stato messo a disposizione dei lavoratori un bus per il trasporto da e per i luoghi di lavoro. Il servizio però era stato sospeso per mancanza di utenza in quanto i lavoratori continuavano a usufruire delle vecchie modalità di trasporto offerte dai caporali. Nel corso della stagione 2017 è stato sperimentato, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali e datoriali, un sistema di “navetta a chiamata” che ha fatto registrare, contrariamente agli anni precedenti, una buona risposta da parte degli utenti tanto che sono state trasportate con tale servizio oltre 400 persone.
In buona sostanza i lavoratori prenotano la corsa sulla base delle effettive esigenze lavorative, appena ricevono la chiamata del datore i lavoro. Alla luce dei risultati positivi della sperimentazione, nella stagione in corso il servizio è stato potenziato, anche attraverso l’utilizzo del fondo Fami, che ha finanziato il progetto Pasim della Prefettura di Potenza che, oltre alla formazione degli operatori pubblici a diverso titolo impegnati sulla materia dell’immigrazione (comuni, prefettura, regione, Asp, ispettorato del lavoro, questura, Inps, Inail) prevede una serie di servizi aggiuntivi e migliorativi rispetto a quanto offerto dalla Regione proprio in favore della struttura di Palazzo.
Per quanto riguarda l’area del Metapontino, la situazione risulta essere differente perché la vocazione agricola del territorio e la varietà di colture presenti nell’area nel corso dell’intero anno, di fatto riducono al minimo la presenza dei cosiddetti stagionali. Molti lavoratori extracomunitari infatti, prestando attività lavorativa per quasi tutto l’anno, vivono stabilmente in quel territorio mentre molti altri si recano giornalmente sui campi provenendo dalle regioni limitrofe della fascia ionica. A questo proposito sono stati intensificati i rapporti con la Puglia e la Calabria per costituire una rete comune di trasporti dei lavoratori in modo da disincentivare l’utilizzo di servizi offerti dalla intermediazione illecita de caporali per recarsi sui luoghi di lavoro.
Conclusioni e progetti in itinere
Se gli interventi sopra richiamati ed effettuati negli anni precedenti sono stati realizzati con l’utilizzo dei soli fondi regionali messi a disposizione sulla legge 13/2016, i bandi a valer sui fondi Fami, sul Pon legalità e sul Pon inclusione, stanno garantendo la predisposizione di azioni di intervento più efficaci per il miglioramento dell’offerta dei servizi in favore degli stranieri, per la lotta al caporalato e per la emersione dal lavoro regolare, problematica molto presente nel settore dell’agricoltura.
Al momento sono 12 le iniziative che la Regione ha messo in campo attraverso la presentazioni di progetti in risposta ad altrettanti bandi del Ministero dell’Interno e di quello del lavoro. Di queste già 10 sono state finanziate e gli interventi previsti sono in fase di attuazione. A seguito del progetto Com.in 3 si è pervenuti ad un rafforzamento delle relazioni con le altre regioni del sud che vivono analoghe realtà per giungere, in tempi brevi, alla eliminazione definitiva dei ghetti ed all’attivazione di un servizio efficiente di trasporto dei lavoratori. I progetti già finanziati prevedono la realizzazione di nuove strutture per l’accoglienza, la riqualificazione di edifici pubblici da destinare a tal scopo, il potenziamento dei servizi ed il completamento nell’area del metapontino dell’immobile di proprietà della Città della Pace, Fondazione partecipata dalla Regione, per la realizzazione di n. 100 posti letto per i lavoratori dell’area. Il totale dei posti letto da realizzare è di 600. Le iniziative derivanti dall’attivazione delle risorse nazionali e comunitarie non si limitano a fornire un tetto ai lavoratori stagionali, che di fatto sono quelli più vulnerabili e aggredibili da parte delle organizzazioni malavitose, ma qualificano ulteriormente i servizi e vengono utilizzate per attività di animazione, per il coinvolgimento con le comunità locali, di formazione dei lavoratori dal punto di vista civico e professionale e di informazione sulle leggi in materia di lavoro, di lotta al caporalato e di sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre che sul diritto alla salute. Tali interventi sono mirati ad agevolare l’inserimento sociale ed a creare le condizioni per togliere la linfa vitale alle organizzazioni malavitose che sfruttano il lavoro degli stranieri. Le attività saranno espletate dagli operatori pubblici, adeguatamente formati dall’Università della Basilicata, in servizio presso gli enti sottoscrittori del protocollo anticaporalato.