In occasione degli Stati Generali delle Donne a Matera, per la sezione dell’evento dedicata all’ “economia al femminile”, Donne in Campo-Cia Basilicata darà il proprio contributo di idee, elaborazione, progetti per affermare la voglia di protagonismo delle donne di fare impresa agricola quale esempio di sostenibilità e rilanciare la “Carta di Matera”. A sostenerlo è Lucrezia Di Gilio, presidente di Donne in Campo-Cia Basilicata, annunciando che uno dei simboli più significativi è l’ assegnazione del Primo Premio Europeo per le Imprese Femminili degli Stati Generali delle Donne, che avverrà sempre a Matera, a Luigina Speri di Al Massarem azienda agricola biologica con l’obiettivo di valorizzare l’azione di donne che operano quotidianamente nell’Economia, contribuendo al perseguimento di azioni di mainstreaming di genere e di empowerment, ossia alla definizione di strategie in grado di definire “la questione femminile” da problema da affrontare a prospettiva di genere da assumere e da attuare concretamente.
Di Gilio ricorda che la Cia ha lanciato proprio a Matera in occasione della Festa Nazionale dell’Agricoltura nel 2010 un manifesto programmatico, che ha rappresentato l’eredità “morale” di Expo 2015, con un filo storico con Matera Capitale Europea 2019 nell’orgoglio del mondo contadino lucano che ha saputo conservare le proprie case nei Sassi, sino a superare il retorico e vecchio clichè di mondo contadino simbolo di arretratezza. Ed è ancora il caso di ricordare che, nove anni prima, scegliemmo “il Carro-vascello” come immagine Festa 2010, per rifarci alla tradizione materana della Festa della Bruna, racchiudendo tutti i simboli della ricca e variegata produzione agricola dei paesi che sul Mediterraneo affacciano, proponendosi come il gioioso e propiziatorio emblema di un importante evento. La festa delle tre “M” – secondo uno fortunato slogan coniato all’epoca – Matera, Mezzogiorno e Mediterraneo, diventando preveggenti del futuro.
Per Di Gilio nella nostra regione è in corso da diversi anni un percorso di crescita delle donne al timone di aziende, agriturismi, fattorie sociali, attività di trasformazione dei prodotti alimentari, strutture di ricerca. Aumenta la capacità delle donne di fare impresa agricola e, insieme, sale la necessità di una partecipazione attiva e diretta alla rappresentanza dei loro bisogni. L’incidenza delle donne nelle aziende agricole lucane va al di sopra della media nazionale (30 per cento). Guardiamo con buone aspettative derivanti dalle agevolazioni fiscali per tutte le aziende agricole che vogliano assumere donne. Questi gli effetti del decreto interministeriale del 28 novembre 2018 emanato dai Ministeri del Lavoro e dell’Economia che ha individuato nell’agricoltura uno dei settori in cui la disparità tra lavoratori e lavoratrici è più alta del 25%.In base a questi dati e all’articolo 4 della legge 92 del 2012 le aziende che quest’anno assumeranno una donna che non lavora da sei mesi avranno una riduzione dei contributi del 50% per dodici mesi se il contratto è a tempo determinato e di diciotto mesi se il contratto è a tempo indeterminato.In Italia, purtroppo, la differenza di genere quando si parla di lavoro è un problema importante: le donne lavoratrici sono un numero nettamente inferiore rispetto ai lavoratori uomini e, quelle che ci sono, risultano avere un salario inferiore rispetto a quello dei loro corrispettivi maschi.Le donne in Italia possiedono il 21% della superficie agricola utilizzata, la dimensione delle loro imprese è inferiore rispetto alla media totale (circa 8 ettari): circa il 78% di esse è al di sotto dei 5 ettari (contro il 9,1 delle aziende maschili), mentre il 20% si colloca al di sopra dei 100 ettari. Il volume di produzione delle imprese femminili, inoltre, è mediamente di 16mila euro contro i circa 30mila euro di quelle maschili.
‘Riprendersi la capacità di immaginare il futuro’ è l’ultimo slogan su cui l’Associazione Donne in Campo vuole impegnarsi. L’Associazione crea ‘reti’ di donne sul territorio rurale, tesse relazioni tra le aziende e costruisce comunità e gruppi locali. Il connubio straordinario tra donne e agricoltura – sottolinea Lucrezia Di Gilio – passa attraverso l’amore per la terra, l’attenzione alla salubrità dei prodotti e ai processi produttivi, nell’impegno a tramandare le culture locali alle nuove generazioni e nell’innovazione, caratteristica determinante dell’imprenditoria femminile. Un impegno – aggiunge – che permette alle agricoltrici di “ricucire” lo strappo tra tradizione e innovazione ricongiungendo passato, presente e futuro in un “continuum” che ridisegna un sentiero comune per tutta la collettività.