Si è tenuta oggi l’ottava edizione della Giornata di Confcommercio “Legalità, ci piace” dedicata in modo particolare al fenomeno dell’usura e al suo impatto sulle imprese del commercio e dei servizi al tempo del Covid. L’evento, che ha visto l’intervento del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, e del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è stato seguito in diretta streaming presso la sede della Confcommercio di Matera.
Dall’analisi è emerso che l’impatto del Covid sull’economia e sulle imprese è stato devastante. I numeri evidenziano una situazione disperata per centinaia di miglia di lavoratori e imprese. Confcommercio nel corso di quest’anno ha fotografato più volte lo scenario economico drammatico che si è venuto a creare, chiedendo a gran voce sostegni e ristori più adeguati per il settore dei servizi, (commercio, turismo, ristorazione, trasporti), che più di ogni altro ha pagato il dazio all’emergenza coronavirus.
Sono circa 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi che rischiano di chiudere i battenti in modo definitivo. Tra le cause principali ci sono certamente la perdita quasi totale di fatturato e la conseguente crisi di liquidità a cui poi si devono aggiungere le complicanze burocratiche che già in tempi normali affossano l’attività economica ma che in una situazione così eccezionale hanno dato il colpo di grazia. A tale scenario desolante bisogna purtroppo aggiungere la grave problematica dell’usura, che nell’ultimo anno è emerso con ancora più forza.
Dall’analisi, presentata dal direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, sugli effetti dell’usura al tempo del Covid per le imprese e sulla percezione che le stesse imprese hanno del fenomeno, è più che raddoppiata la quota di imprenditori che ritiene aumentato il problema rispetto al 2019, e sono a immediato e grave rischio usura circa quarantamila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio, e purtroppo in termini di territorio il Mezzogiorno paga un prezzo più alto e il rischio di chiusura definitiva per le imprese è maggiore.
Il significato dell’edizione 2021 della giornata della legalità, continua ad avere come punto di riferimento, ha dichiarato nel suo intervento il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “il tenere alta la guardia sul tema della sicurezza e della legalità. Perché legalità e sicurezza sono una precondizione di normalità”, ribadendo che “Normalità significa innanzitutto poter lavorare, poter riaprire. Questo stiamo chiedendo al Governo e alle Istituzioni, con proposte puntuali nelle misure di sostegno e di messa in sicurezza, con un lavoro assiduo sui provvedimenti governativi e in Parlamento.” “Lo abbiamo chiesto anche nelle piazze, in tante piazze d’Italia – ha continuato il presidente – fino alla manifestazione di qualche giorno fa della Fipe, dimostrando come una rappresentanza d’impresa responsabile si muove nel perimetro della legalità e della civiltà, dando voce al tempo stesso alla disperazione delle imprese”. Ci sembra oggi che la decisione del Governo vada in questa direzione sulle aperture, a partire dal metodo, quello cioè della programmazione, con un calendario definito”. Per quanto riguarda il merito, Sangalli ha ricordato che “le aperture per le sole attività all’aperto rischiano di penalizzare almeno la metà delle imprese che non possono usufruire di questa possibilità.”. “Confcommercio – ha detto Sangalli – chiede a questo proposito due ulteriori accorgimenti: da una parte, favorire una sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali nel permettere di utilizzare nuovi spazi pubblici, così da assicurare maggiore vivibilità delle nostre città e territori; dall’altra parte, sarebbe importante anticipare prima possibile le aperture anche all’interno, con distanziamento e protocolli di sicurezza”. Il Presidente affrontando il tema principale della giornata, quello dell’usura, ha evidenziato che “Nel 2020, le imprese del commercio, alloggio e ristorazione hanno subito una drammatica riduzione del volume di affari e oltre un terzo si è trovato stretto in un combinato disposto pericolosissimo, cioè la mancanza di liquidità combinata con una difficoltà sostanziale di accesso al credito. Ed è per questo che, senza sosta, in questi mesi abbiamo chiesto non solo indennizzi adeguati e tempestivi, ma anche moratorie fiscali e creditizie ampie ed inclusive, la sospensione e la rateizzazione degli impegni fiscali e possibilità più ampie di accesso al credito”. “Senza fatturato, senza liquidità, senza credito, e con i costi da pagare è facile capire quanti imprenditori rischiano, infatti, di essere facili prede per la criminalità organizzata e le pratiche di usura.”