Per chi come Confcommercio Imprese per l’Italia ha rafforzato il proprio impegno con l’ambizione di essere motore e promotore di una campagna di sensibilizzazione sulla legalità, il disegno di legge approvato nei giorni scorsi dalla Giunta Regionale per rendere più efficace la prevenzione e la lotta all’estorsione e all’usura è innanzitutto un atto di rinnovata sensibilità sociale. Condividiamo pertanto la “lettura” del Commissario regionale anti-racket, Egidio Basile, con l’auspicio di una migliore e più incisiva azione non solo contro il racket dell’usura ma contro ogni forma di illegalità. E’ quanto sostiene una nota di Confcommercio Imprese per l’Italia Potenza annunciando l’adesione alla Giornata della Legalità, appuntamento annuale della Confederazione contro ogni forma di illegalità e contro tutti i fenomeni criminali che rappresentano un grave danno per l’economia reale, per le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, per il Paese. La Giornata – che si svolgerà il 26 novembre prossimo – è caratterizzata dallo slogan “Legalità mi piace!” e mobilita l’intero sistema associativo con iniziative territoriali e locali di vario genere in ogni parte d’Italia, tra cui Potenza (il programma sarà diffuso nei prossimi giorni).
Fausto De Mare, presidente provinciale di Potenza di Confcommercio Imprese per l’Italia, sottolinea: l’illegalità non è mai un atto isolato, ma produce sempre una catena di effetti devastanti per l’economia del Paese. L’illegalità altera il mercato e genera una concorrenza sleale che indebolisce il tessuto imprenditoriale sano; in tanti casi, proprio come sta avvenendo in Basilicata, danneggia l’ambiente e mette in pericolo la salute delle persone. L’illegalità, – giorno dopo giorno, dalle piccole cose ai grandi reati -, genera quella incertezza che soffoca la libera iniziativa e la voglia di investire. E l’illegalità ha spesso anche un altro effetto distorsivo: il comportamento di alcuni scredita il lavoro di tanti, anche di intere categorie come quelle rappresentate da Confcommercio. Per questo ci battiamo, in particolare, per superare una situazione che vede in Italia sette esercizi abusivi su cento. Se questa è la media nazionale nei mercati ambulanti del Mezzogiorno addirittura si arriva ad 1 abusivo su 3. E il giro di affari complessivo derivante dall’abusivismo è pari 8,8 miliardi di euro. Ciò significa che alle imprese commerciali regolari viene sottratto il 4,9 del volume delle vendite. Inoltre, a causa dell’abusivismo commerciale e della contraffazione il commercio al dettaglio e la ristorazione si vedono sottrarre complessivamente 17,2 miliardi di euro all’anno di fatturato. Bisogna opporsi, prioritariamente, a questa situazione che sottrae energie all’intero Paese. E bisogna farlo tutti insieme: imprese, consumatori e istituzioni pubbliche. E proprio allo Stato vogliamo dire che, poiché l’illegalità spesso si annida nella complessità, le imprese devono essere agevolate e non vessate dal fisco e dalla burocrazia, specie quando creano lavoro, reddito e benessere, ovvero ciò che negli altri Paesi è incentivato e premiato. Aiutiamole ad uscire da questo meccanismo perverso. E facciamolo presto e bene perché il tarlo dell’economia malata sta corrodendo inesorabilmente l’economia sana del Paese. Oggi è, dunque, arrivato il momento nel nostro Paese di guardare la legalità non come un “di più”, ma come precondizione per la crescita e lo sviluppo, tanto più per uscire dalla crisi”.