Una Legge di Bilancio modesta e senza ambizioni, deludente sul versante delle pensioni, ancora una volta senza aumenti e con un’indicizzazione che non recupera nemmeno l’inflazione, e che comprime il diritto alla salute con lo spettro di una riduzione del finanziamento al Sistema sanitario nazionale prossimo al 6,2% di Pil nel 2024, il più basso d’Europa. Ѐ questa la severa analisi di Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che esprime anche rabbia visti i mesi trascorsi tra decine di incontri parlamentari, con ogni gruppo politico, sottoponendo la sua piattaforma di rivendicazioni urgenti, prima tra tutte la richiesta di portare le pensioni minime a 800 euro, poco sopra la soglia di povertà.
Per il direttore Cia-Agricoltori Potenza-Matera Donato Distefano il Rapporto Inps Basilicata ha già indicato le emergenze sociali. Nelle aree rurali si vivono le situazioni più difficili: se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle campagne – dice Distefano – la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, poco sopra la soglia di 500 euro mensili e quasi il 70% delle pensioni in Basilicata presentano importi sotto i 1.000€ mensili, oltre alla netta differenza in negativo riguardo gli importi medi percepiti dai pensionati lucani che relega le nostre Province fra quelle con importi minori a riprova della modesta qualità assicurativa nei periodi di lavori. Per non parlare dei pensionati che vivono nelle zone di campagna i quali risentono in misura più pesante dei “morsi” della crisi inaspriti dal disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni, che pagano la nota carenza di servizi socio-assistenziali. Serve uno scatto in avanti nella qualità della relazione tra cittadini-utenti, operatori e servizi sanitari. Di fronte ai tagli di strutture e prestazioni, bisogna tornare a investire sulla sanità e sulla protezione sociale dell’anziano. Con servizi che devono rimanere pubblici, moderni e inclusivi, anche a livello territoriale. Autogoverno delle aree rurali”. Distefano ricorda la proposta centrale della Cia dell’aumento delle pensioni minime, mentre “nella Legge di bilancio 2023 non ci sono le soluzioni necessarie ad arginare le condizioni in cui sono precipitati tanti pensionati al minimo o con assegni bassi”. E la necessità di rafforzare la tutela sociale e il welfare nelle contrade e aree rurali dove risiedono gli agricoltori pensionati al minimo.
Inoltre, secondo Anp-Cia, la manovra peggiora Opzione Donna che vede ristretti tempi, modalità di accesso e valore della pensione, così come la riformulazione dell’Ape Sociale che cancella il riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti, tra i quali quello degli agricoltori. Inoltre, nulla si prevede per la pensione di garanzia dedicate ai giovani, mentre si complicano le regole e si allungano i tempi per chi deve andare in pensione. Positiva, invece, la riconferma dei bonus per gas e luce, anche se fino a marzo 2024, e per i soggetti già titolari di bonus sociali.
Capitolo a parte, quello sanitario. Il modesto incremento delle risorse, sottolinea Anp-Cia, copre appena l’aumento dei costi ordinari, per cui la crisi del sistema precipita quotidianamente, mentre riforme e innovazione, oggi necessarie, escono dalla programmazione. Infine, nella Legge di Bilancio, non trova applicazione la riforma della non autosufficienza perché mancano fondi e decreti attuativi.
“Di fronte a questo scenario, Anp-Cia non intende rinunciare al suo ruolo di tutela dei pensionati e degli anziani e ribadisce, quindi, l’impegno -commenta il suo presidente nazionale, Alessandro Del Carlo- per la conquista di assegni dignitosi, sanità pubblica e universalista, servizi sociosanitari efficienti che valorizzino il ruolo degli anziani nella società”.