La legge per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni – che contiene anche disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici degli stessi paesi e quindi a favore delle attività di commercio – è sicuramente uno strumento importante e atteso alla prova, ma attenzione a pensare che con essa si salvano le botteghe dei centri minori. E’ il commento di Confcommercio Imprese Italia Potenza in una nota a firma del presidente Fausto De Mare.
Il nostro è un comparto – evidenzia Confcommercio Potenza – che ha un ruolo strategico da svolgere specie nei piccoli comuni dove il negozio “generi alimentari” è in troppi casi l’unico esercizio di approvvigionamento alimentare, oltre che per la casa e per la persona. Ciò grazie all’orgoglio di tanti alimentaristi ancora oggi la spina dorsale del commercio, un format destinato a restare un solido punto di riferimento per piccoli e grandi centri urbani o rurali.
In Basilicata nel giro degli ultimi sette anni la maggior parte dei negozianti che hanno chiuso non si era specializzata, ma soprattutto Confcommercio punta il dito contro la liberalizzazione delle licenze che ha portato sul mercato poca professionalità, contro la liberalizzazione degli orari che non consente ai piccoli punti di vendita di alimentari di competere con la grande distribuzione e altera la concorrenza, oltre a calpestare diritti che con generazioni di commercianti avevano ottenuto. Chi ha resistito lo ha fatto con la professionalizzazione del personale, la specializzazione di prodotto e di servizio, l’innovazione; e tanto tanto tanto sacrificio.
Intanto – dice il presidente De Mare – sarebbe il caso di fare un monitoraggio sull’attuazione del “Progetto strategico Regionale per la rivitalizzazione dei Centri Storici” che risale agli anni scorsi con l’obiettivo centrale di contrastare la desertificazione dei centri storici che, con la chiusura di piccoli e storici negozi, rischiano davvero di sparire. Del provvedimento regionale abbiamo condiviso in particolare l’impegno di innescare intorno alle attrattive dei centri urbani piccoli e grandi quei processi economici di cui soprattutto le piccole e medie imprese locali hanno bisogno per reggere la crisi conseguente al calo dei consumi. Aumentare la gradevolezza dei percorsi cittadini, stimolare un processo di riappropriazione degli antichi spazi da parte dei cittadini, favorire occasioni di socialità, facendo ricorso anche a semplici interventi infrastrutturali, sono elementi importanti. Il numero di progetti candidati, inoltre, – aggiunge De Mare – ha testimoniato che la posta finanziaria complessiva di 700mila euro non è stata in grado di soddisfare tutte le richieste.
Oggi – sottolinea De Mare – sopravvive nei piccoli comuni chi è più veloce, semplice, flessibile. Per noi il dettaglio alimentare è un servizio del, per e sul territorio, di cui difende le differenti tipicità, promuove le produzioni locali, moltiplica gli effetti sui laboratori artigiani come quelli lattiero-caseari, pastifici, ecc., favorisce l’attrattività turistica come leva per lo sviluppo dell’economia locale, con importanti implicazioni legate all’identità sociale, alla vivibilità e alla qualità dei territori. Attori protagonisti della partita sono indubbiamente Governo ed Enti locali: se con l’Amministrazione centrale l’obiettivo è abbassare l’imposizione fiscale, con i Comuni occorrerà sempre più instaurare un dialogo costruttivo per discutere le misure idonee a tutelare gli esercizi di dettaglio alimentare.
Nei piccoli comuni vengono prodotti il 93% delle DOP e degli IGP accanto al 79% dei vini più pregiati: sono queste le risorse principali che fanno del turismo – conclude la nota di Confcommercio – l’opportunità di sviluppo locale e di occupazione. Una saracinesca che viene sollevata è una vittoria per tutto il sistema, viene accesa una luce, si creano posti di lavoro, aumenta la qualità e migliora la vivibilità di un quartiere e di un intero paese.