Legittima difesa, Di Giacomo (S.PP.): Nostra proposta di legge di iniziativa popolare che partendo dalla Basilicata ha raccolto dal 2018 circa 3 milioni di firme è tutt’altro del comportamento del gioielliere Roggero. Di seguito la nota integrale.
“Non è questa la legittima difesa per la quale abbiamo raccolto, a partire dal 2018, in tutta Italia, circa 3 milioni di firme a sostegno della nostra proposta di legge d’iniziativa popolare sulla “modifica delle norme disciplinanti la violazione di domicilio e la legittima difesa” che è partita dalla Basilicata dove l’abbiamo presentata per la prima volta raccogliendo in regione in due anni circa 8mila firme”. È il commento del lucano (di San Fele) Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato S.PP., alla vicenda del gioielliere Mario Roggero, condannato a 17 anni per l’omicidio di due rapinatori e il tentato omicidio di un terzo. “Interpretando il comune sentire di milioni di italiani, in un lunghissimo tour nel Paese per incontrare associazioni, cittadini e raccogliere firme – aggiunge – abbiamo pensato ad una legge che, innanzitutto, colmasse il vuoto di giustizia, tenuto conto del numero molto ridotto di casi di legittima difesa che in media nel nostro Paese sono due su dieci riferiti a fatti di furto, rapina, aggressione in casa. Questo però non significa che la difesa è “sempre legittima” perché il rischio è che si affermi un pericoloso principio di giustizia fai da te e quindi di clima da far west”.
Per Di Giacomo “in tal senso non mancano le avvisaglie: le richieste di porto d’arma sono cresciute nel giro di pochi anni, una vera e propria corsa ad armarsi, con una media nel Paese del 34%. Per noi, si tratta di introdurre, nei fatti, una netta linea di demarcazione tra la sussistenza del pericolo e non, senza attenuanti per chiunque, anche il ladro ragazzino, va punito comunque per il reato compiuto. Altro elemento per noi significativo: chi si è legittimamente difeso non è responsabile civilmente. In sostanza, è necessario introdurre il principio giuridico che fa sì che l’autore del fatto, se assolto in sede penale, non debba essere obbligato a risarcire il danno derivante dal medesimo fatto in sede civile. Inoltre, pensiamo si debbano estendere le norme sul gratuito patrocinio (criteri e modalità di liquidazione dei compensi e delle spese per la difesa) a favore della persona nei cui confronti sia stata disposta l’archiviazione o il proscioglimento o il non luogo a procedere per fatti commessi in condizioni di legittima difesa o di eccesso colposo.
Continueremo comunque a vigilare – afferma Di Giacomo – fino a quando non sarà fatta chiarezza normativa sulla legittima difesa e proseguiremo un giro sui territori, tornando in Basilicata e rilanciando la nostra campagna “sicuri a casa propria”, che in tanti anni, ha registrato il grande interesse dei cittadini, di associazioni che ci sostengono e che mettono a nudo la lontananza della politica dai problemi veri della gente. Noi vogliamo essere portavoce della forte domanda di legalità. Di fronte ad una criminalità sempre più aggressiva occorre, a nostro parere, aggiornare le norme esistenti collegandole alle nuove domande di sicurezza dei territori, in particolare quelli più esposti agli assalti di una criminalità sempre più violenta e sfrontata. Serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale.
La nostra posizione, va ancora una volta chiarito, non è una proposta del tipo “sceriffo fai da te” e tanto meno “pistola facile a tutti”; essa è essenzialmente un forte deterrente nei confronti dei malviventi che devono capire a cosa vanno incontro nella violazione del domicilio”.