L’etica e l’aumento del pane a Matera, intervento Giovanni Coretti (Presidente Onorario Cna Basilicata). Di seguito la nota integrale.
Parlare dell’aumento del pane e di etica è strumentale e fuori da ogni logica. Una polemica partita e in parte smentita da Coldiretti, che nel suo mercato di campagna amica però vende il pane a 3 euro, “solamente” perché di semola di grano Cappelli. Alcuni panificatori e solo alcuni hanno aumentato il prezzo del pane di 30 centesimi. Ragionando in termini percentuali circa il 10%. Non lo facevano da oltre dieci anni. Quanto costava un caffè 10 anni fa? E l’acqua? E l’imu? E la tassazione sul lavoro? Quanto costava un locale in fitto 10 anni fa?
Certo il pane ha sempre avuto un forte valore simbolico nella nostra cultura. Uno su tutti non va gettato. Si parla di etica dimenticandosi, solo per fare un esempio, del pane regalato da alcuni durante la quarantena, e molto altro perché i nostri artigiani panificatori l’etica e la solidarietà sono valori che attuano tutti i giorni senza nessuna pubblicità.
Il prezzo del pane è stato liberalizzato da tempo e non si comprende come mai si alimenti tutta questa polemica e non si parli di etica, ad esempio, quando aumentano le sigarette. Per me che sono un vizioso fumatore, le sigarette, sono un bene primario. Perché non si parla di etica quando si parla di soldi e di banche? O della benzina o del gas o degli affitti e chi più ne ha più ne metta. Perché non si parla anche di qualità? Compro il pane dalla mia fornaia di fiducia e posso mangiarlo anche dopo una settimana, lo compero da qualcun altro e dopo due giorni comincia ad ammuffirsi. Troppa acqua? Tempi di cottura più rapidi? Pesa di più il pane? Non so. E il prezzo del pane industriale confezionato, di grano duro di origine sconosciuta, a 1,30 la confezione da 400 grammi, quindi oltre 3,20 al chilo è etico?
Chi oggi bacchetta le associazioni che, a suo dire, “spesso e volentieri” dimenticano le fasce più deboli della società, dimentica o non sa che oggi in quelle fasce deboli ci sono tanti artigiani e piccoli imprenditori. Probabilmente non conosce tutto quello che molte associazioni fanno quotidianamente, coordinando imprese che, in silenzio, danno il loro contributo per aiutare gli altri.
Non conosco se ci siano realmente esercenti che non fanno la tara o non emettano lo scontrino, se fosse vero possono essere tranquillamente denunciati.
Le donazioni dell’invenduto oggi sono anche più facili verso le associazioni caritatevoli di volontariato ma anche qui c’è qualcosa che non funziona. Provate ad affacciarvi sul retro dell’area mercatale di via Marconi. Decine di chili di frutta e ortaggi che potrebbero essere utilizzati, magari eliminando la parte ammaccata o appassita, vengono gettati via. Colpa dell’8 per mille? Colpa di qualche volontario che magari è un po’ avanti con gli anni e non riesce bene a distinguere la parte buona dalla marcia? C’è già troppa roba donata? Non lo so, non conosco l’argomento.
Ovviamente ci sono quelli che oggi andranno ancora più convintamente nei paesi limitrofi della vicina Puglia perché risparmiano, perché l’etica del lavoro li è una cosa seria, il rispetto dei diritti dei lavoratori una bandiera, gli affitti sono molto più bassi di Matera, fanno tutti la tara e fanno sempre lo scontrino, tanto consumare benzina è etico ed aiuta l’ambiente.
Matera capitale europea della cultura nel 2019,la strada è ancora lunga!