Rafforzare il sistema di vendite on-line che cresce a ritmi del 9% circa all’anno; sostenere le piccole e medie aziende che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane e generano il 51,2% dell’export, ma sono anche, per dimensioni, le più vulnerabili e, per assetto organizzativo, le meno preparate all’innovazione digitale dei processi. Sono solo alcune delle strategie messe a punto dal management di Palazzo Italia Bucarest – incubatore di imprese, che offre servizi finalizzati all’assistenza alle imprese per facilitarne il percorso imprenditoriale nei Balcani -per reggere l’impatto che l’export del made in Italy sta subendo su tutti i mercati esteri per gli effetti della pandemia.
Un’azione che si aggiunge a quella dell’ICE che attraverso il Patto per l’Export ha lanciato una risposta alle crescenti difficoltà,nel metodo di ascolto delle imprese, innovativo nei contenuti e senza precedenti nella dimensione degli stanziamenti per mettere a terra un piano di azione articolato in sei dimensioni: comunicazione, promozione, formazione, e-commerce, sistema fieristico e finanza.
La nostra iniziativa – spiega il lucano Giovanni Baldantoni, presidente Palazzo Italia Bucarest – è maggiormente mirata alle piccole aziende con particolare riguardo all’alimentare ma un po’ in tutti i settori perché si preparino alle nuove abitudini di consumo sperimentate nel periodo di lockdown, prime fra tutte gli acquisti on-line. In questo l’Italia ha una quota in esportazione ancora molto ridotta, pari a circa un terzo della nostra partecipazione al commercio mondiale. È pertanto fondamentale l’accesso all’e-commerce per le PMI, per le quali sono evidenti le difficoltà associate all’internazionalizzazione in modalità digitale, come documenta lo studio “E-commerce e nuove tecnologie: un traino per l’export italiano”. L’export delle regioni del Sud rappresenta solo il 10,3% dell’export nazionale e questo dato è sostanzialmente fermo da più di 10 anni. Anche la propensione all’export di beni e servizi del Mezzogiorno è pari solo alla metà della media italiana (13,1% contro 26,1%). Poiché la crisi economica post-pandemica rischia di aggravare le disuguaglianze sociali e le disparità territoriali, l’attenzione a Sud e PMI diventa oggi quanto mai prioritaria. Per questo proponiamo una serie di azioni di supporto all’internazionalizzazione, partendo da cosa è cambiato per l’export ai tempi del Coronavirus, attraverso analisi, strategie e metodi per presentarsi all’estero da remoto; strumenti per l’esplorazione di nuovi mercati; logistica e trasporti; consigli pratici per gli imprenditori. Poiché le sfide di oggi si giocano in un contesto globale diverso dal passato, saranno vincenti le imprese preparate a muoversi in un nuovo contesto, anche se come rileva l’ICE per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di domani è vieppiù importante l’azione di supporto del Sistema Paese.