Negli ultimi anni il mercato del gioco d’azzardo è radicalmente cambiato: siamo passati dai classici e lussuosi casinò presenti in alcune località a un’ampia scelta di casinò online, dalle scommesse sportive possibili solo in alcuni locali cittadini alla possibilità di puntare direttamente con lo smartphone, dal divano. Viene da sé che c’è stato un cambio di marcia anche nel modo in cui queste aziende operano, creando profitti e guadagni in maniera totalmente nuova.
Fino a qualche anno fa per piazzare scommesse sulla serie A dovevamo andare al bar sotto casa, fare la nostra schedina e tornare a casa, aspettando la fine della partita per capire se avevamo vinto o perso. Ora possiamo addirittura seguire in diretta la partita, modificando talvolta la puntata stessa durante il gioco o cancellandola del tutto.
I numeri di un settore in crescita
Stupirà però sapere che non sono le scommesse sportive le preferite dai giocatori, tant’è che in uno degli ultimi report del settore risulta che ad attirare più utenti a livello mondiale è il poker, seguito a ruota dai giochi tipici del casinò e solo al terzo posto le scommesse. In Italia la situazione è leggermente diversa, dove vincono a gran voce le slot machine e le video slot.
Secondo i dati raccolti nel 2018 dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, gli italiano hanno investito oltre 106 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, un dato in costante crescita se rapportato agli anni appena precedenti. Di questi circa 48 miliardi vengono giocati proprio sulle slot, 20 nei giochi di carte e 11 nelle scommesse, mentre lotterie e Lotto chiudono con 9 e 8 miliardi.
Anche il gioco online ha guadagnato grande favore, con oltre 31 miliardi di euro spesi per gioco tramite casinò virtuali: praticamente si tratta di quasi un terzo della spesa globale italiana. Ovviamente non in tutto il territorio nazionale si gioca in egual modo, ed è interessante vedere come la spesa vari di regione in regione.
Forse inaspettatamente, forse no, è la Lombardia che spende il maggior ammontare di denaro per il gioco d’azzardo, andando a superare, sempre nel 2018, i 14 miliardi di euro. A seguire troviamo il Lazio e la Campania, entrambe con quasi 8 miliardi, ed Emilia Romagna e Veneto, che superano di poco i 6 miliardi.
Volendo fare però un raffronto in termini di spesa in rapporto la popolazione, e l’Abruzzo a guadagnare il primo posto, a cui seguono Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Chiudono invece questa classifica Sicilia, Basilicata e Calabria.
Come vengono distribuiti i guadagni
Viste le ingenti cifre di cui si parla, viene spontaneo chiedersi a chi vanno tutti questi soldi. Prendendo in considerazione il dato sopra, ossia una spesa di oltre 106 miliardi di euro, e confrontandolo con le vincite effettivamente redistribuite, che ammontano a quasi 88 miliardi di euro, ci troviamo con circa quasi 19 miliardi di euro di perdite.
L’Italia è il quarto paese al mondo in termini di perdite complessive derivate dal gioco d’azzardo, ma è il primo in Europa per gli incassi fiscali che è proprio il gioco a creare. Pur considerando che la tassazione varia in base al gioco, dal 47% delle scommesse ippiche al 6% delle video slot, nel 2017 lo Stato ha incassato oltre 10 miliardi di euro.
Una volta tolte le tasse, ai privati rimangono all’incirca 9 miliardi di euro: un giro d’affari con cifre davvero da capogiro, insomma. Le aziende del settore, tutte affiliate a Confindustria, sono riunite sotto la Federazione Sistema Gioco Italia (SGI), impegnata a fare fronte comune nello sviluppo del mercato e nella tutela degli interessi di tutti i soggetti in campo.
La panoramica fatta ovviamente non è esaustiva, ma è solo per dare una rapida occhiata ad un settore che, in Italia, mostra segni di uno sviluppo quasi inarrestabile. La digitalizzazione dei vari aspetti della nostra vita, inoltre, darà sicuramente negli anni a venire una spinta ulteriore a questo mercato.