Utilizzare subito i vaccini disponibili nelle aziende zootecniche dove si sono registrati casi di “lingua blu”; predisporre un piano di vaccinazione totale per tutto il patrimonio ovi-caprino regionale (260mila ovini); gestire in maniera efficace la fase di blocco della movimentazione dei capi di bestiame per non arrecare ulteriori problemi e danni non solo di immagine agli allevatori. Sono queste le proposte prioritarie della Cia e del GIE (Gruppo Interesse Economico) zootecnico per affrontare l’ “emergenza blu tongue” che ha colpito vaste aree della Basilicata.
Secondo la Confederazione e il GIE zootecnico i focolai del virus della febbre catarrale degli ovini sono ampiamente diffusi,a macchia di leopardo, con poche aree ancora immuni, provocando una situazione che se non affrontata con misure di emergenza e di programmazione a breve-medio termine rischiano di assestare un colpo drammatico alla zootecnica lucana e meridionale che già vive una fase critica segnata dai bassi livelli di remuneratività.
Intanto – è scritto nella nota – si registrano ritardi di interventi tenuto conto che la prima ordinanza risale al 29 giugno scorso e che le operazioni di vaccinazione proseguono a rilento. La Cia e gli allevatori associati hanno più volte sollecitato le autorità sanitarie, il servizio veterinario, il Dipartimento Agricoltura della Regione non solo ad accelerare le vaccinazioni a partire dagli allevamenti dove già sono noti i focolai di blu tonguema anche a definire un vero e proprio piano di contrasto. Le riunioni tecniche sono sicuramente utili – si aggiunge nella nota – a condizione che si faccia seguito con programmi operativi. Il monitoraggio deve perciò essere permanente ed accompagnato da azioni e provvedimenti specifici.
Nel ricordare che la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia, ha approvato nel mese di novembre 2015 la realizzazione delle iniziative a favore degli allevatori che partecipano al “Piano di sorveglianza sierologica per il virus della febbre catarrale degli ovini (Blue Tongue) in Italia” per l’anno 2015, la Cia e il GIE zootecnico sostengono che per l’emergenza determinata in queste settimane il piano di sorveglianza entomologica (con un contributo massimo di 400 euro ad azienda, per anno solare) non è più sufficiente.
Attraverso il GIE la Cia infine ha interessato della vicenda gli organismi nazionali confederali per coinvolgere nel piano di contrasto anche Ministeri ed organismi ed uffici statali nazionali.
Lug 06