L’industria del gioco d’azzardo rappresenta oggi uno dei settori più dinamici dell’economia italiana, con un impatto che va ben oltre le sale da gioco tradizionali. Camminando per le strade di qualsiasi città italiana, è impossibile non notare la proliferazione di sale slot, agenzie di scommesse e, negli ultimi anni, anche la crescente presenza digitale di piattaforme di gioco online, inclusi i casinò non AAMS 2025 che stanno conquistando una fetta sempre più ampia del mercato, pur operando al di fuori del circuito regolamentato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
I numeri parlano chiaro: nel 2023, il volume d’affari complessivo del gioco d’azzardo legale in Italia ha superato i 140 miliardi di euro, con una crescita del 24% rispetto all’anno precedente. Questi dati collocano l’Italia al primo posto in Europa e tra i primi cinque paesi al mondo per spesa pro-capite nel settore del gambling. Secondo le stime dell’Associazione Concessionari di Giochi Pubblici, ogni italiano adulto spende mediamente 2.300 euro all’anno in giochi e scommesse.
La digitalizzazione ha completamente rivoluzionato questo settore: oggi il 65% delle puntate avviene tramite piattaforme online, rispetto al 25% del 2019. La pandemia ha accelerato drammaticamente questa transizione, spingendo molti giocatori abituali delle sale fisiche verso l’esperienza di gioco virtuale. Marco Pellegrini, analista finanziario specializzato nel settore dell’intrattenimento, mi ha spiegato durante un’intervista a Milano: “Durante il lockdown, abbiamo assistito a un’impennata del 73% delle registrazioni a piattaforme di gambling online, e sorprendentemente, questo trend non è calato con la riapertura delle attività fisiche.”
L’impatto economico e occupazionale
Il contributo diretto del settore del gioco d’azzardo al PIL italiano si attesta intorno al 5%, superando settori tradizionalmente considerati pilastri dell’economia nazionale come quello automobilistico (3,2%) o turistico (4,2% pre-pandemia). Nel 2023, il gettito fiscale derivante dal prelievo erariale unico (PREU) e dalle altre imposte sul gioco ha raggiunto i 18,2 miliardi di euro, contribuendo per circa il 3,5% alle entrate totali dello Stato.
Visitando il distretto industriale di Nerviano, vicino Milano, ho potuto osservare in prima persona come l’innovazione tecnologica stia trasformando anche la filiera produttiva legata al gioco d’azzardo. Qui, aziende come Playtech e International Game Technology (ex Lottomatica) non solo gestiscono reti di gioco, ma progettano e producono terminali, software e tecnologie che vengono esportate in tutto il mondo. “Abbiamo assunto 230 ingegneri informatici nell’ultimo anno,” mi confida Giulia Marconi, responsabile delle risorse umane di una di queste aziende. “La nostra sfida è combinare l’esperienza immersiva di gioco con algoritmi di protezione del giocatore sempre più sofisticati.”
Il settore dà lavoro direttamente a circa 160.000 persone in Italia, dalle hostess dei casinò agli sviluppatori di software, dai gestori di sale giochi ai data analyst che monitorano le tendenze di mercato. Se includiamo l’indotto (pubblicità, sicurezza, ristorazione presso i punti gioco), si arriva facilmente a 320.000 occupati. Durante una recente fiera del settore a Rimini, Antonio Russo, presidente dell’Associazione Operatori Gioco Legale, ha sottolineato come “in alcune regioni del Sud, dove la disoccupazione tocca picchi del 40% tra i giovani, le sale gioco rappresentano una delle poche opportunità di impiego stabile e ben remunerato.”
L’indotto economico si estende anche al settore immobiliare. A Roma, il valore degli immobili commerciali affittati a sale scommesse o casinò è mediamente superiore del 22% rispetto ad altre attività retail. La presenza di un casinò non AAMS può sembrare disconnessa dal territorio, ma in realtà genera posti di lavoro nel customer service, nel digital marketing e nell’analisi dati, settori ad alto valore aggiunto.
L’innovazione tecnologica e la competitività internazionale
L’Italia è oggi riconosciuta come leader mondiale nell’innovazione tecnologica legata al gioco d’azzardo, con investimenti in ricerca e sviluppo che nel 2023 hanno superato i 700 milioni di euro. Durante una visita agli headquarters di Microgame a Benevento, ho assistito a dimostrazioni di sistemi di realtà virtuale applicati alle slot machine e di algoritmi di intelligenza artificiale capaci di identificare comportamenti di gioco problematici.
Il boom del gioco online ha portato anche a una forte internazionalizzazione del settore. “Esportiamo tecnologia e know-how in 47 paesi,” spiega Fabio Schiavolin, CEO di Snaitech, durante un’intervista nella sua sede milanese. “Dal software per la gestione delle scommesse sportive ai sistemi di pagamento sicuri, l’Italia è all’avanguardia globale in questo settore.”
Le piattaforme di gioco italiano stanno conquistando quote di mercato significative anche all’estero, in particolare nei mercati emergenti dell’Europa dell’Est e del Sud America. La blockchain sta trasformando radicalmente il settore, pe
rmettendo transazioni più trasparenti e sicure. Durante un seminario tecnico a Torino, Stefano Bettini, esperto di innovazione finanziaria, ha illustrato come “la tecnologia sta rendendo il gioco d’azzardo più accessibile ma anche potenzialmente più sicuro, con sistemi di verifica dell’identità impossibili da aggirare e contratti intelligenti che garantiscono pagamenti istantanei.”