Nicola Lista, segretario Confael, in una nota contesta la decisione della Total che avrebbe intenzione di utilizzare la manodopera straniera all’avvio dell’estrazione del petrolio a Tempa Rossa. Di seguito la nota integrale.
Lista (Confael): “Il grande bluff del petrolio lucano”.
Per capire il grande inganno del petrolio bisogna aggrapparsi ai numeri. Dai pozzi attivi in Val d’Agri, la Basilicata estrae l’80 per cento della produzione petrolifera italiana, il 5-6 del fabbisogno nazionale. Le compagnie petrolifere,l’Eni, in particolare estrae 80.000 barili di petrolio al giorno, . Con l’entrata in funzione dell’impianto Total di Tempa Rossa, a Corleto Perticara, la Basilicata raddoppierebbe la sua produzione petrolifera fino a 175 /180 mila barili al giorno, il 12% del consumo italiano.
Si diceva: pagheremo meno la benzina, come in Valle d’Aosta, dove costa la metà senza che si produca una goccia di petrolio. E pagheremo meno anche le bollette della luce e del gas». Si diceva: «Con le royalties del petrolio avremo strade e ferrovie, che qui sono ancora quelle di un secolo fa». Si diceva: «Finalmente non saremo più costretti a emigrare, avremo il lavoro a casa nostra». Si diceva: «Si metterà in moto un meccanismo virtuoso, da cui tutti trarremo vantaggi. Il petrolio è la nostra grande occasione»
Difatti, il petrolio, da grande risorsa per la grande occasione, sta diventando sempre di più una maledizione.
E infatti. Il lavoro manca come prima. Le opere infrastrutturali nessuno le ha ancora viste. Mancano i fondi per i prestiti agevolati agli imprenditori, anche stranieri, che volessero investire in Basilicata. Il costo della benzina non ha subìto sconti. Il risparmio sulla bolletta del gas è solo un miraggio. La gente, soprattutto i più giovani, continua a emigrare: negli ultimi quindici anni, la popolazione è diminuita in tutta la regione — che ha poco più di 570 mila abitanti — si continua a emigrare al ritmo di quattromila persone all’anno. E l’aria, l’acqua e persino i prodotti agricoli della Val d’Agri sono sempre più a rischio perché sempre più «ricchi» di idrocarburi.
Inoltre, alla Total non vengono rinnovati i contratti agli operai italiani, non per mancanza di posti di lavoro, ma solo perché sostituiti da operai ‘sottopagati’ provenienti prevalentemente dai paesi dell’Est Europa. Il Governatore della Basilicata Vito Bardi deve convocare urgentemente la dirigenza della Total per accertare i reali obiettivi per l’impiego della manodopera locale almeno per l’80%, come si era concordato con l’allora Prefetto di Potenza Giovanna Cagliostro, Vito Marsico in rappresentanza della Presidenza della Regione Basilicata con la Confael Basilicata rappresentata da Nicola Lista, il Comitato La Voce di Corleto rappresentato da Rocco Toce, il Comitato per l’Occupazione e la Salvaguardia dell’Ambiente rappresentato da Rocco Magaldi e i Lavoratori di Tempa Rossa rappresentati da Costantino Solimando.
E’ evidente che le scelte della Total rientrano nella logica di utilizzare lavoratori stranieri per imporre condizioni di lavoro e salari al ribasso, inclusa la negazione dei diritti e delle tutele; e dal momento che non parlano l’italiano, utilizzano i traduttori, impedendo di fatto contatti con i lavoratori italiani. Tale situazione sta creando forti preoccupazioni nel contesto sociale di una delle aree geografiche in cui la disoccupazione raggiunge uno dei più alti tassi d’Italia. I contratti scaduti a ottobre 2018 non verrebbero rinnovati non per mancanza di lavoro, ma – perché devono essere sostituiti da altri “a buon mercato”. In sostanza, l’anomalia risiederebbe nel fatto che, al posto delle maestranze attuali, arriverebbero lavoratori stranieri per ricoprire le stesse mansioni.
Queste le emergenze subito che deve affrontare il Presidente Vito Bardi e tutti i Consiglieri Regionali della Basilicata per Tempa Rossa: economica – lavorativa, ambientale ed emergenza morale.