Accrescere i servizi degli sportelli del Patronato Inac e del Cafsul territorio e soprattutto consolidare il Polo dei servizi integrati del sistema Cia che prevede la sinergia tra il patronato, il Caf e l’associazione pensionati Anp, la confederazione per dare ai cittadini tutte le risposte di cui hanno bisogno secondo il progetto di “patronato del nuovo welfare”. E’ questo l’obiettivo del “mese del sociale” che ogni anno si tiene in maggio per iniziativa della Cia.
Il patronato, soprattutto nelle aree rurali, diventa indispensabile per facilitare il collegamento tra il cittadino e lo Stato. Il patronato -evidenzia la Cia Basilicata- deve rispondere alle esigenze di cambiamento della società, mantenendo il suo tradizionale ruolo di tutela e contribuendo allo sviluppo della legislazione, nell’ottica di una maggiore equità sociale.I dati più significativi dell’attività Inac in Basilicata: circa 120 mila contatti e servizi, per oltre 45 mila utenti (non solo del settore agricolo); il sistema di assistenza-consulenza della Cia e patronato Inac è formato da 80 uffici comunali, 25 unità locali e 16 Uffici di zona. “Dati –spiega Vito Romano, dirigente Caf-Inac- che fotografano quello che è sicuramente il sistema più importante del sindacato del territorio che stiamo costruendo da qualche anno specie rafforzando il nostro ruolo sussidiario di servizi, attraverso due strumenti fondamentali: la Carta dei servizi e il fascicolo della famiglia”.
L’Inac è il Patronato promosso dalla Cia – Confederazione italiana agricoltori, che da oltre 40 anni svolge un servizio di pubblica utilità, fornendo consulenza, assistenza e tutela, in sede amministrativa e giudiziaria, per il riconoscimento dei diritti previdenziali, sociali e sanitari dei lavoratori dipendenti e autonomi e in generale dei cittadini italiani e stranieri.
L’Inac è orgoglioso di essere nato in un mondo di attenzioni antiche e radicate al territorio, all’ambiente, all’alimentazione e intende perseguire questa sua identità nel rapporto con i cittadini per un welfare ancora più articolato.
Il suo ruolo sociale, giuridicamente riconosciuto, si è trasformato nel corso degli anni per rispondere alle esigenze di un moderno welfare, per adattarsi all’evoluzione delle tecnologie, per dare risposte a cittadini interessati non solo alla “compilazione della domanda”, ma anche ad una consulenza qualificata per le loro scelte di welfare. Il Patronato Inac esercita l’attività di informazione, di assistenza e di tutela, anche con poteri di rappresentanza, a favore dei lavoratori dipendenti e autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri e apolidi presenti nel territorio dello Stato e dei loro superstiti e aventi causa, per il conseguimento in Italia e all’estero delle prestazioni di qualsiasi genere in materia di sicurezza sociale, di immigrazione e emigrazione, previste da leggi, regolamenti, statuti, contratti collettivi ed altre fonti normative, erogate da amministrazioni e enti pubblici, da enti gestori di fondi di previdenza complementare o da Stati esteri nei confronti dei cittadini italiani o già in possesso della cittadinanza italiana, anche se residenti all’estero. Per la Cia è indiscutibile la centralità e l’importante funzione degli Istituti di Patronato e dell’Inac, in particolare, in realtà come la Basilicata che presenta livelli demografici bassi. Un ruolo e una funzione che si arricchisce del prezioso apporto dell’Associazioni pensionati per le persone in pensione e in età avanzata, dell’Associazione
lavoratori a contratto per tutte le figure miste e atipiche che svolgono anche saltuariamente ed in forma temporanea attività o prestazioni in agricoltura o in altri settori affini, dal Caf-Dipendenti per gli adempimenti in particolare con l’Amministrazione finanziaria.
Un lavoro quotidiano, oscuro ma costante che nel corso del 2017 ha fatto registrare un buon incremento sia di attività che di persone assistite. Un motivo in più – continua Romano – per confermare la straordinaria azione diffusa verso la persona, la famiglia e la comunità di Basilicata.