Con un fitto calendario di iniziative (seminari, incontri, ecc.) in tema di sicurezza e prevenzione nel lavoro agricolo, che avrà inizio proprio mercoledì Primo Maggio Festa del Lavoro, la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata ripropone, per il settimo anno consecutivo, il programma di azioni denominato “Maggio mese del sociale”. Si comincia con la sicurezza, dopo l’ennesimo incidente mortale sul lavoro nelle campagne di Gorgoglione e dopo che il rapporto annuale regionale Inail di Basilicata che conferma il comparto agricolo come settore “ad alto rischio incidenti”: il 20 per cento del totale. La principale causa di infortunio sul lavoro nelle aziende agricole lucane è costituita dal ribaltamento del trattore (72 per cento dei casi) seguita, con l’ 12 per cento, dagli investimenti con mezzi agricoli, soprattutto a causa di un parco di automezzi agricoli vecchio e obsoleto, oppure di non adeguata preparazione alla guida del trattore. La Cia da tempo ha portato a termine “Agriprev”, unico progetto di ricerca sulla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro per il settore agricolo selezionato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che la Confederazione degli agricoltori lucani intende rilanciare insieme alla campagna “Coltiviamo la vita”. La Cia Basilicata, contestualmente, rilancia la proposta di un provvedimento per la rottamazione dei vecchi automezzi agricoli e di aiuti per l’acquisto di automezzi nuovi. Per quanto riguarda le malattie professionali anche se l’agricoltura lucana resta un settore lontano dai livelli del settore industriale, per lavorazioni che comportano l’uso di prodotti chimici o movimentazione di carichi, i dispositivi di protezione individuali ed il rispetto di comportamenti idonei a salvaguardare la salute devono diventare motivi di attività formative degli agricoltori.
Altro tema centrale di “Maggio mese del sociale” – che riproporrà “Inac (patronato di coltivatori e cittadini) in piazza” l’11 e il 12 maggio a Matera e a Potenza con manifestazione regionale a Brienza – è la raccolta di firme contro il blocco della rivalutazione annuale introdotto con la riforma Fornero che riguarda 6 milioni di pensionati e le modifiche peggiorative per le pensioni di vecchiaia ed invalidità. Nelle campagne si vivono le situazioni più difficili: se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia di 500 euro mensili. Nelle zone di campagna i “morsi” della crisi sono amplificati e si inaspriscono i toni del disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni. Attualmente, infatti, sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a essere vicini alla soglia di povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che sfiora il 30 per cento.
Ma il problema non è solo economico. La geografia della crisi italiana – sostiene l’Associazione Nazionale Pensionati-Cia- è legata anche allo stato di salute dei servizi sociali. E nelle campagne la carenza è strutturale ed è aggravata dai recenti tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non auto-sufficienza, che grava in particolar modo su anziani e pensionati.
In questo senso, è stato fondamentale ampliare la rete degli uffici sul territorio, e soprattutto consolidare il Polo dei servizi integrati del sistema Cia, che prevede la sinergia tra il patronato, il Caf e l’associazione pensionati Anp, per dare ai cittadini tutte le risposte di cui hanno bisogno secondo il progetto confederale del patronato del nuovo welfare.
Il patronato, soprattutto nelle aree rurali, diventa indispensabile per facilitare il collegamento tra il cittadino e lo Stato. Il patronato -evidenzia la Cia Basilicata- deve rispondere alle esigenze di cambiamento della società, mantenendo il suo tradizionale ruolo di tutela e contribuendo allo sviluppo della legislazione, nell’ottica di una maggiore equità sociale.
I dati più significativi dell’attività Inac in Basilicata: circa 100 mila contatti e servizi, per oltre 40 mila utenti (non solo del settore agricolo); il sistema di assistenza-consulenza della Cia e patronato Inac è formato da 80 uffici comunali, 25 unità locali e 16 Uffici di zona. “Dati -precisa Vito Pace, direttore regionale Inac-Cia- che fotografano quello che è sicuramente il sistema più importante del sindacato del territorio che stiamo costruendo da qualche anno specie rafforzando il nostro ruolo sussidiario di servizi, attraverso due strumenti fondamentali: la Carta dei servizi e il fascicolo della famiglia”.