Ancora una volta le conseguenze degli allagamenti di queste ultime ore nelle aziende agricole del Metapontino, dovuti principalmente, alla forte intensità delle piogge sono state aggravate dallo straripamento dei canali di bonifica che risentono della mancata o comunque adeguata pulizia delle infrastrutture da parte del Consorzio di bonifica. Ad evidenziarlo è Cia-Agricoltori del Metapontino che è impegnata nel monitoraggio dei danni provocati oltre alle colture e alle aziende alla viabilità interpoderale e rurale. Le aree agricole più colpite, per ora, sono quelle ricadenti nei territori di Pisticci, Scanzano Jonico, Nova Siri, dopo Rotondella già segnalata dalla Cia nei giorni scorsi.
Nel ribadire che “sui territori come il Metapontino a più alto pericolo esondazioni serve una costante azione di forte contrasto al rischio idraulico e lotta al dissesto idrogeologico”, Giuseppe Stasi presidente Cia-Agricoltori Matera sottolinea che “non basta richiedere incondizionatamente il pagamento del contributo di bonifica senza adeguare l’attività. In più occasioni, per la trascuratezza dovuta alla non manutenzione ordinaria delle stesse strutture, urgono di manutenzioni straordinarie che non possono essere accollate a carico dei contribuenti, già colpiti patrimonialmente e nella produzione del reddito dai danni subiti a causa delle incurie.Secondo la Cia, dunque, i lavori vanno programmati con un piano pluriennale dei Consorzi, che permetta di intercettare fondi comunitari, nazionali e regionali che consentano interventi strutturali in concorso con altri enti, e non procedendo ognuno per proprio conto, così da programmare lavori evitando sovrapposizioni e sprechi di risorse utili per la tutela del territorio. Deve essere la Regione a farsi carico di coordinare i lavori e di utilizzare al meglio le professionalità dei Consorzi. La Cia-Agricoltori Italiani ritiene necessarie: la redazione e discussione del piano industriale di tutti i consorzi; la rivisitazione del Piano di Classifica e Criteri di Riparto; la definizione della debitoria pregressa che non deve assolutamente ricadere sui consorziati. Peraltro lo stesso personale deve essere utilizzato a 360 gradi e non solo al servizio irriguo, nel periodo non irriguo deve essere utilizzato per la manutenzione ordinaria degli stessi impianti irrigui e alla manutenzione ordinaria degli impianti di tutela del territorio.
“Le questioni inerenti al corretto ed efficiente funzionamento dei Consorzi di Bonifica sono di fondamentale importanza per l’agricoltura e per la buona gestione del territorio. Il nostro auspicio è che al più presto esse siano oggetto di riflessioni e azioni tese a risolvere i problemi messi in evidenza. E’ questa una priorità perché con la cosiddetta riforma della governance agricola i Consorzi, riorganizzati, diventino strutture fondamentali per attuare un programma territoriale di sviluppo rurale, in stretta sintonia con i titolari delle aziende agricole ai quali affidare compiti specifici di manutenzione. Bisogna adeguare i Consorzi a nuove attività riferite al riciclo dell’acqua, alla produzione di energie rinnovabili sino alla certificazione di qualità dei territori rurali.
Nel ribadire la disponibilità degli agricoltori a diventare manutentori del territorio “a costo zero” (con compensazioni su tributi consortili, spese previdenziali ed aziendali), il presidente della Cia aggiunge che è questo l’unico modo per salvaguardare le aziende agricole e i produttori che vivono ed operano a ridosso delle aree fluviali più sottoposte a rischio esondazioni per i noti problemi di scarsa o del tutto inesistente manutenzione e i titolari di aziende colpite da calamità naturali improvvise e violente.
E tra le azioni urgenti indichiamo: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde”.