Nicola Vernucci, ventottenne di Pietrapertosa, annuncia con rammarico che a seguito delle rigide applicazioni da parte delle forze dell’ordine delle norme anti Covid imposte anche alla sua attività commerciale per la vendita da asporto , ha deciso di chiudere il suo bar a distanza di una settimana dall’inaugurazione. Di seguito la nota integrale.
Sono un ragazzo di 28 anni che vive a Pietrapertosa dalla nascita. Il nostro è un paesino di neanche 900 abitanti: ci conosciamo tutti, dal più piccolo al più grande. Possiamo dire che siamo una grande famiglia, dove è evidente l’affetto e la vicinanza fin dal primo momento. Ma forse a volte c’è anche un po’ di invidia.
Dopo tanti anni vissuti qui, io e il mio socio, Vincenzo Vigna, che ha trent’anni, abbiamo deciso di investire nel nostro paese. La scorsa settimana abbiamo aperto un bar-caffetteria. La pandemia e le restrizioni anti-contagio riducono il volume del lavoro, non possiamo dire di far le cose normalmente. Ma abbiamo voluto tentare lo stesso.
Eppure da parecchi giorni i nostri clienti, e i clienti di altre attività del paese, sono stati raggiunti da numerose multe. Nessun assembramento. Nessuna violazione delle regole anti-Covid. A detta delle forze dell’ordine, provenienti da Acerenza, la multa per un caffè d’asporto così si spiegava: a loro dire mancava il tappo ai bicchieri del caffè.
Noi comprendiamo che gli agenti di pubblica sicurezza abbiano la loro funzione da svolgere, e non è certo il lavoro di controllo delle restrizioni anti-contagio che ci sentiamo di dover contestare. Noi stessi lavoriamo in prima linea per frenare la diffusione del virus, rispettando tutte le prescrizioni imposte dalla legge, come hanno avuto modo di riconoscere i carabinieri che, appartenenti al comando di stazione di Pietrapertosa, tutti i giorni vigilano nelle nostre strade senza riscontrare irregolarità da parte nostra.
Tuttavia questo atteggiamento esasperante lo troviamo davvero ingiustificato. Sono evidenti le grandi difficoltà che attraversa tutto il mondo del commercio nel corso di questa pandemia, e ci pare che questo approccio, anziché frenare i contagi, serva a frenare soltanto la nostra attività e quelle degli altri esercenti di Pietrapertosa che subiscono un trattamento simile. La questione ci pare tanto più ingiusta, in quanto il paese è da un po’ Covid-free, e quindi questa grande severità non serve nemmeno a riportare sotto controllo una preoccupante curva contagi. Le verifiche sul rispetto delle prescrizioni devono continuare ma senza la comprensione e il buon senso delle autorità il rischio è che perdano la loro funzione.
Noi non ce la facciamo e non ce la sentiamo di continuare a lavorare in queste condizioni. Dopo solo una settimana dall’inaugurazione abbiamo deciso di chiudere provvisoriamente la nostra attività. È un segno di protesta, per mettere al riparo i nostri clienti da queste multe a nostro giudizio eccessive, e per attirare l’attenzione delle autorità sul grave momento di stress che stiamo attraversando. È anche un segno di vicinanza a tutte le altre attività che si trovano in queste condizioni: segnaliamo insieme questi episodi di incomprensione e di indifferenza, perché è importante che come il commercio rispetta le norme anti-Covid, anche le istituzioni rispettino il grande sforzo del commercio