L’ennesima beffa che viene sferzata a danno dei pensionati è la mancata spedizione, al loro domicilio, del modello CUD 2013 da parte dell’INPS. Dopo la negazione degli aumenti delle pensioni e della estensione della 14.ma ad una fascia più ampia degli attuali beneficiari, dopo che nei primi tre mesi del 2013 i pensionati hanno ricevuto tre importi diversi di pensione senza che l’INPS abbia ravvisato il bisogno di fornire spiegazione, giunge l’ulteriore complicazione per potere recuperare la certificazione nella quale viene indicato il reddito annuo di ciascun pensionato. Certificazione necessaria sia per potere produrre il modello ISEE sia per presentare la dichiarazione dei redditi 2013 per l’anno di imposta 2012. Oltre al CUD, al pensionato non verrà nemmeno più recapitato al domicilio il modello 0 BIS M che rappresenta per il pensionato uno strumento utile per leggere il proprio cedolino di pensione.
Anche questo è l’effetto della spending review, o meglio di quei tagli lineari e freddi che nel momento in cui vengono decisi non tengono assolutamente conto degli effetti negativi che producono sulla collettività e sulle necessità primarie delle persone che ne vengono colpite.
Quest’anno quindi i pensionati, ma non solo loro poiché da questa misura sono colpiti anche i percettori di sussidio (mobilità, cig, disoccupazione), per potere ricevere il proprio modello CUD 2013 (e il modello 0bisM) devono provvedervi da soli imbattendosi in arzigolate procedure informatiche. Chi non fosse in grado di destreggiarsi per via telematica, può recarsi presso gli sportelli INPS, presso i patronati, presso le sedi di Poste Italiane sostenendo in tal caso però un costo pari a tre euro.
IL paradosso di questa ulteriore vergognosa vicenda consiste nel fatto che, mentre nelle intenzioni si vogliono snellire le procedure e contemporaneamente ridurre i costi, in realtà si finisce per complicare la vita delle persone. Emerge da tale provvedimento una elevata dose di cinismo poiché con tale misura non si riserva alcuna attenzione verso soggetti che andavano debitamente informati determinando così nei loro confronti disorientamento e confusione.
Infatti nell’assumere la decisione di non inviare i modelli CUD al domicilio degli aventi diritto, non si è tenuto conto del grave disagio che si sarebbe arrecato nei confronti dei destinatari che, in questa fase, vagano tra gli uffici INPS e le sedi dei Patronati per capire, avere spiegazioni e ricevere assistenza.
Si volevano contenere i costi con questa operazione ma essi aumenteranno, mentre i pensionati e i lavoratori collocati in ammortizzatore sociale sono costretti a “sprecare” il loro tempo per recuperare ciò che essi dovevano, di diritto, ricevere direttamente al loro domicilio.
Le nostre sedi (CGIL e Patronati INCA) sono state attrezzate nella città di Matera e in ogni comune della nostra provincia per ricevere tutti coloro che hanno bisogno di assistenza per la stampa del proprio modello CUD INPS 2013.
Invitiamo i lavoratori, beneficiari di sussidio (mobilità, cig, disoccupazione), e i pensionati a recarsi presso tutti i nostri uffici (Matera e provincia) dove saranno assistiti gratuitamente.
La CGIL, con tutte le sue categorie e con il Patronato INCA, come sempre, è dalla parte di chi, anche in questo caso, viene lasciato solo nel perseguire un diritto (ricevere il proprio modello CUD) che gli doveva essere garantito senza complicazioni burocratiche e senza fare pesare sulle persone il conseguimento di quanto doveva essere consegnato direttamente.
Come sempre, purtroppo, è prevalsa la logica di tagliare, privare, gravando sulla gente e non tenendo conto del contesto reale su cui si è andati ad incidere confermando così che le politiche del Governo uscente sono state mirate a fare quadrare conti prescindendo dalle persone, dal funzionamento della cosa pubblica, dal rispetto di chi ha bisogno di essere assistito e che non deve essere lasciato solo nelle sue necessità caricandolo di difficoltà.