Ancora una volta, la Filt-Cgil denuncia aspetti alquanto discutibili del Trasporto Pubblico Locale di Basilicata, servizio gestito in appalto dal Co.TR.A.B.: per l’ennesima volta alcune imprese consorziate non pagano gli stipendi ai propri dipendenti nei tempi previsti.
Ad oggi, nonostante siano ampiamente decorsi i termini previsti dal contratto, i lavoratori non hanno ricevuto la retribuzione del mese di gennaio e, nel frattempo, sta maturando anche quella di febbraio (10 marzo), nella totale noncuranza delle aziende stesse (Chiruzzi e Nolè) e del COTRAB, ma soprattutto della Provincia di Matera, che nonostante più volte interpellata non ha ritenuto di convocare un incontro per approfondire le ragioni di questo ritardo e per tentare di ricercare una soluzione bonaria al proclamato stato di agitazione.
Infatti, in data 10 febbraio scorso, tutte le aziende consorziate hanno pagato gli stipendi ai propri dipendenti, ad eccezione delle Autolinee Nolè e delle Autolinee Chiruzzi, nei confronti delle quali, la scrivente O.S., il 20 febbraio u.s., ha promosso procedura di raffreddamento e conciliazione, ai sensi della L.146/1990 e succ. modificazioni.
Al momento, tale fase si è conclusa con esito negativo, poiché non è giunta alcuna convocazione nei termini previsti dalla legge.
Nel frattempo, si avvicina il 10 marzo, data in cui dovrebbe essere pagata anche la mensilità di febbraio, e al momento non si intravedono soluzioni neanche per il pagamento della retribuzione di gennaio.
Trattandosi di lavoratori impiegati in un servizio pubblico gestito da un unico soggetto economico Co.TR.A.B. (“unico” seppure trattasi di un consorzio), la scrivente ritiene che non debbano esserci disparità di trattamento e che, il consorzio sia obbligato solidalmente con le aziende, nel caso di insolvenza di queste ultime.
Infatti, il contratto di servizio stipulato tra Co.TR.A.B. e Provincia di Matera nel Dicembre 2008 impone precisi obblighi al gestore, tra cui adempimenti contributivi e retributivi nei confronti dei lavoratori impiegati sui servizi, e poteri di controllo all’ente appaltante.
Non è assolutamente possibile fare impresa e profitto, nella gestione di un servizio pubblico, riducendo i diritti o addirittura negando il salario a lavoratori, che nella maggior parte dei casi, per raggiungere il posto di lavoro sono costretti anche ad anticipare le spese per i propri spostamenti.
Quindi oltre al danno, anche la beffa.
In 29 febbraio scorso la scrivente organizzazione sindacale ha chiesto al Prefetto la convocazione di un incontro tra le parti, per tentare una composizione bonaria della vertenza, al fine di evitare eventuali azioni di sciopero.