A distanza di otto mesi dallo sciopero generale, i lavoratori delle costruzioni tornano in piazza con i sindacati di categoria Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil per chiedere lo sblocco dei cantieri pubblici e il rilancio del settore. Per la giornata di oggi i sindacati delle costruzioni hanno programmato in 100 piazze italiane presidi, volantinaggi, incontri con le istituzioni per ribadire la richiesta al governo di intervenire con scelte chiare e misure concrete che riportino il settore al centro della politica, rilanciando così la competitività e la produttività di tutto il paese. In Basilicata Filca, Fillea e Feneal hanno scelto il cantiere base della Vittadello (impresa esecutrice dei lavori della variante della Tito-Brienza), nei pressi della ex stazione di Brienza. Proprio il 6° lotto dell’importante arteria, che consentirà di bypassare il centro abitato, è stato a lungo tra le principali opere incompiute della regione. Appaltati nel 2014 per 64 milioni di euro, i lavori sono partiti lo scorso anno “proprio grazie alla collaborazione tra forze sociali e istituzioni”, rivendicano i sindacati.
A proposito di istituzioni, ieri mattina il presidente della giunta regionale, Vito Bardi, su richiesta delle organizzazioni sindacali, ha ricevuto una delegazione di Cgil Cisl Uil e Filca Fillea Feneal. I vertici sindacali – erano presenti Michele Palma (Fillea-Cgil), Enrico Gambardella (Cisl), Michele La Torre (Filca-Cisl), Vincenzo Tortorelli (Uil) e Carmine Lombardi (Feneal-Uil) – hanno illustrato al presidente della Regione la difficile situazione in cui versa il settore delle costruzioni in Basilicata, dove dal 2008 sono andati in fumo circa 5.000 posti di lavoro. I sindacati hanno chiesto al governatore Bardi “di avviare un percorso comune per sbloccare una serie di opere in fase di progettazione o che sono finanziate ma ancora ferme e per garantire così un’opportunità di ripresa al comparto”. Tra le priorità indicate dai sindacali lucani, la messa in sicurezza della Basentana e della Potenza-Melfi e lo sblocco del Distretto G dello schema idrico Basento-Bradano, “fermo nelle sabbie mobili della burocrazia e dei contenziosi”.
Più in generale, i sindacati chiedono “il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità con il rafforzamento del Durc e della congruità, l’attuazione della patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del codice degli appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.
Filca, Fillea e Feneal rivendicano l’apertura di un confronto con il governo “per capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire per affrontare quella che è una vera e propria emergenza costruzioni che in 11 anni di crisi, la più drammatica dal dopoguerra, e in assenza di una idea di politica industriale, ha lasciato sul terreno 120 mila imprese chiuse e 800 mila operai senza lavoro. Solo in Basilicata – osservano Filca, Fillea e Feneal – sono andati in fumo circa 5 mila posti di lavoro. Rimettere in moto il settore, da sempre volano per la ripresa economica, vuol dire non solo lavoro per centinaia di migliaia di persone e ossigeno per un indotto enorme ma dare al paese infrastrutture moderne, edifici e territori riqualificati, riducendone i consumi e mettendoli in sicurezza dai rischi sismico ed idrogeologico”.