No all’autonomia differenziata prevista dal Ddl Calderoli. Lo hanno ribadito nel pomeriggio i promotori della manifestazione partita dalla Provincia di Matera, in via Ridola a Matera e conclusa presso l’Ospedale Madonna delle Grazie, dove sono state esposte le ragioni della mobilitazione, che fa seguito a quella tenutasi a Potenza lo scorso 22 aprile.
La manifestazione è state organizzata dal Coordinamento lucano “No autonomia differenziata”, di cui fanno parte sigle sindacali, partitiche, associazioni di categoria e istituzioni locali.
Hanno partecipato i rappresentanti lucani di Cgil, Cisl e Uil, i consiglieri regionali Roberto Cifarelli (PD), Gianni Perrino (M5s), esponenti di PD, M5s, Verdi, Rifondazione Comunista, La Basilicata Possibile, il presidente della provincia di Matera, Piero Marrese, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, il vice sindaco e assessore urbanistica e sport, Antonio Materdomini, l’assessore comunale di Matera, Giuseppe Digilio, il consigliere comunale Mario Montemurro, alcuni sindaci della provincia di Matera, una delegazione dell’Anpi.
Sono stati scelti per la manifestazione due luoghi simbolo, un presidio delle istituzioni locali e uno della sanità pubblica, ambito che risulterebbe particolarmente compromesso dalla realizzazione del Ddl Calderoli, che renderebbe drammatico il divario esistente tra regioni del Nord e regioni del Sud in termini di prestazioni sanitarie, con conseguenze nefaste sul già fragile sistema sanitario lucano.
La tutela della salute, infatti, è tra le 23 materie per le quali le Regioni possono chiedere maggiore autonomia, ovvero un trasferimento di funzioni che comporterebbe, di fatto, enormi diseguaglianze tra le prestazioni garantite da regione a regione, non essendo previste risorse aggiuntive per finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP),-risorse che sarebbero fondamentali per allineare la qualità dei servizi delle Regioni del Centro-Sud a quelle del Nord- poiché il Ddl Calderoli prevede che l’autonomia differenziata si realizzi ad “invarianza finanziaria”.
Questo non farebbe altro che legittimare normativamente il divario tra Nord e Sud, violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute.
Se quello sul diritto alla salute appare l’impatto più forte della riforma Calderoli, non da meno sarebbero i risvolti dell’autonomia differenziata in ambiti quali il diritto all’istruzione, la ricerca scientifica e tecnologica, i trasporti, l’energia, la tutela e la sicurezza del lavoro.
L’autonomia differenziata, in definitiva, creerebbe fratture profonde ed insanabili nel Paese e contro questo progetto scellerato tutti abbiamo il dovere di gridare forte il nostro dissenso, per questo vi invitiamo a scendere in piazza con noi il 23 giugno per dire NO all’autonomia differenziata, NO al disegno di legge Calderoli voluto dal governo nazionale e sostenuto dal Presidente della Regione Basilicata.
Il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, han partecipato alla manifestazione “Autonomia differenziata? No Grazie – Mobilitiamoci”, organizzata dai sindacati confederali con un gruppo di partiti politici e il Movimento 5 Stelle. “Sull’autonomia differenziata -commenta Bennardi- la mia posizione, quella di un sindaco del Sud è chiara: nessuna nuova funzione potrà essere delegata alle Regioni, se prima non si siano definiti con le adeguate coperture, i Livelli essenziali delle prestazioni. Dovrà, comunque, essere il Parlamento a definire le regole d’ingaggio con una legge quadro che tenga in massima considerazione le varie commissioni parlamentari coinvolte. Il Paese ha bisogno di ripartire -prosegue Bennardi- anche attraverso la spinta dei territori, in particolare dei Comuni, dove quotidianamente migliaia di sindaci e amministratori si confrontano con le difficoltà e le opportunità delle proprie comunità. È nelle comunità locali che i comportamenti dei singoli si confrontano e si incontrano con le strategie elaborate a livello locale, regionale e nazionale rendendole più o meno efficaci. L’intraprendenza, lo spirito solidaristico e di collaborazione istituzionale, la capacità di programmare e innovare, mostrati soprattutto durante gli anni più difficili della pandemia, rappresentano un patrimonio da mettere al centro di una rinnovata visione della Repubblica delle autonomie, in cui gli enti locali ed in particolare i comuni, giocano un ruolo decisivo ai fini del rilancio del sistema economico e della tenuta sociale delle comunità di riferimento. I poteri pubblici devono assicurare a tutti, indipendentemente dall’età, dal reddito, dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla condizione personale e sociale, dall’origine o dal luogo di residenza, l’accesso universale a un’assistenza sanitaria di qualità. Per garantire il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo, occorre perseguire alcuni decisivi indirizzi di riforma. -insiste il sindaco di Matera- Innanzitutto, la revisione del Titolo V della Parte Seconda della Costituzione, con riguardo al riparto delle competenze tra Stato e Regioni, appare non più rinviabile, quantomeno allo scopo di riassegnare la salute alla competenza esclusiva dello Stato. Occorre superare i divari territoriali nell’accesso a un’assistenza sanitaria e sociosanitaria di qualità per tutte le persone in condizioni di bisogno. Inoltre, miriamo a potenziare e riqualificare il sistema di presa in carico globale e continua delle persone vulnerabili, non autosufficienti, anziane, con disturbi mentali e con disabilità. Intendiamo restituire centralità e unitarietà al Sistema sanitario nazionale, e superare l’attuale frammentazione in cui versano i servizi sanitari regionali, intervenendo con una revisione costituzionale che riporti allo Stato, in via esclusiva, la competenza in materia di tutela della salute, con inserimento della clausola di supremazia (per le regioni con indici di esito globale dei servizi non in linea con la media nazionale), al fine di garantire la sostenibilità del sistema e una migliore equità nell’erogazione delle prestazioni. Si risponde così -conclude Bennardi- ai princìpi di universalità, uguaglianza e globalità degli interventi, in osservanza e ottemperanza all’articolo 32 della Costituzione. Abbiamo assistito a un frequente balletto di bozze del Ddl Calderoli. Ma ha ragione Conte, quando dice che qui si tratta il tema dell’unità d’Italia come fosse un affare privato tra partiti di maggioranza”.
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La fotogallery della manifestazione (foto www.SassiLive.it)