“La manifestazione nazionale del Primo Maggio indetta a Potenza da Cgil, Cisl e Uil è un evento storico senza precedenti, una grande opportunità per la città, per la Basilicata, ma soprattutto per il Sud”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito. “In questo momento storico, caratterizzato da disegni normativi che rischiano di aumentare i divari territoriali e a fronte dei revisionismi storici da parte degli stessi rappresentanti del governo, serve l’unità del Paese e serve difendere la nostra Costituzione, al centro di questo Primo Maggio.
La nostra priorità – continua Esposito – è continuare a lottare contro le disuguaglianze e contro progetti. Senza il rilancio del Mezzogiorno, a partire da una infrastrutturazione sociale e materiale, non c’è sviluppo né per l’Italia né per l’Europa. Il Pnrr rappresenta una grande occasione e per questo bisogna mettere a terra le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per superare i divari tra Sud e Nord. Sarà un Primo Maggio per ridare voce ai tanti precari, per ribadire che serve la buona occupazione, per sostenere i giovani che non hanno un lavoro e ribadire quanto sia necessaria la centralità del nostro sistema produttivo e industriale, a partire da Stellantis e dal suo indotto, fino alle tante vertenze ancora aperte e alla riconversione green dell’industria petrolifera in Val d’Agri nel processo di transizione energetica, che va governato a tutela dell’occupazione.
Dalla piazza del primo maggio a Potenza – conclude Esposito, sottolineando la grande partecipazione delle numerose Camere del lavoro diffuse sul territorio provinciale – chiederemo a governo regionale di avviare una programmazione che possa generare investimenti, sviluppare una politica industriale chiara in grado di creare nuove attività produttive e costruire soluzioni per favorire e accompagnare la transizione ecologica e aiutare lavoratori e lavoratrici ad essere ricollocati per avere una reale prospettiva di riqualificazione. Occorre continuare a lottare e a mobilitarci per un nuovo modello di sviluppo”.